Cronaca

23enne incensurato assassinato in un agguato a Napoli. Sarebbe il figlio illegittimo di un boss della camorra

Un incensurato di 23 anni è morto la notte scorsa a Napoli in seguito alle ferite d’arma da fuoco riportate in un agguato avvenuto nell’area Est della città. Carmine D’Onofrio, che era con la compagna convivente, è deceduto dopo essere stato trasportato al vicino pronto soccorso dell’ospedale evangelico Villa Betania. Sul luogo dell’agguato, i militari hanno rinvenuto sette bossoli calibro 45mm. La vittima sarebbe il figlio illegittimo di un boss della camorra e probabilmente è parte della faida tra clan per il controllo dei traffici e del territorio che ormai va avanti da mesi ed ha già fatto registrare numerose vittime ed attentati.
L’allarme riguarda una lunga sequenza di attentati e azioni dimostrative in un contesto di contrapposizione tra alcune famiglie di camorra radicate nei rioni di edilizia residenziale pubblica dei quartieri della zona. Già da diverso tempo si notava una intensificazione del conflitto per il controllo di territori e traffici. Nell’autunno scorso si sono registrati diversi agguati e stese (sparatorie a scopo di intimidazione condotte da gruppi di fuoco in sella a scooter in territorio avversario). In primavera la situazione è peggiorata. La periferia Est di Napoli è un’area vasta comprendente il quartiere costiero di San Giovanni a Teduccio e i due quartieri interni di Barra e Ponticelli, a delimitare un territorio compreso tra il porto e la cintura dei comuni vesuviani. Insieme questi tre quartieri contano oltre 110 mila abitanti, con un passato di vocazione industriale di tipo fordista che è ormai un lontano ricordo, tassi di disoccupazione massimi (37% contro il 28% della media cittadina al Censimento 2011), condizioni abitative problematiche: secondo l’Istat oltre il 45% degli edifici è in condizioni mediocri o pessime (da notare che 80 famiglie vivono ancora nelle baracche post terremoto 1980, i cosiddetti “bipiani di Ponticelli”). A questo si aggiungono servizi pubblici quasi assenti, una economia privata regolare già in recessione e ulteriormente depressa dalle conseguenze della pandemia.

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