Covid

A fine marzo l’Unione Europea avrà 100milioni di dosi di vaccini

“Ora la mia battaglia è permettere a tutti i cittadini europei e ai miei amici italiani di avere il più velocemente possibile le dosi di cui hanno bisogno. La capacità di produzione in Europa arriverà a 2-3 miliardi di dosi all’anno: questo è l’obiettivo che abbiamo per fine anno”. Lo dice al Corriere della Sera il francese Thierry Breton, commissario al Mercato interno, all’Industria e al Digitale, alla guida della task force creata all’inizio di febbraio dalla Commissione Ue per lavorare con le aziende e i governi per accelerare la produzione di vaccini anti-Covid sul territorio europeo.  “In Europa – spiega – abbiamo cercato di fare in modo che i vaccini messi sul mercato avessero tutti l’autorizzazione dell’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali. Tutti i Paesi hanno deciso di fare così per ragioni di sicurezza sanitaria, per essere sicuri che non ci fossero effetti secondari. In molti Paesi, tra cui l’Italia e la Francia, c’è un certo numero di cittadini che ha ancora un po’ di paura verso i vaccini”. “Se un Paese per delle ragioni di urgenza vuole non aspettare l’autorizzazione dell’Ema può farlo ma a suo rischio e pericolo, e non ha la garanzia totale della sicurezza scientifica fornita dall’Ema. La Gran Bretagna ha scelto questa via e ha dato il via libera almeno un mese prima di noi, che abbiamo atteso di avere la documentazione completa”, sottolinea. Quindi “noi abbiamo questo ritardo perché abbiamo voluto essere sicuri al cento per cento che i vaccini non avessero rischi per i cittadini Ue. A oggisono staticonsegnati in Europa circa 43 milioni di dosi, negli Usa circa 96 milioni. Quattro settimane fa gli Stati Uniti erano a 50 milioni. Ecco come nasce lo scarto con gliUsa. Alla fine di marzo il nostro obiettivo è arrivare a 95-100 milioni di dosi. Ma a fronte dei 43 milioni di dosi consegnate ne sono state somministrate 30 milioni 204 mila. All’Italia sono state consegnate 6.542.260 dosi e ne sono state somministrate 4.434.131. Gli Stati membri devono mettere in pratica velocemente la loro politica vaccinale perché la capacità di produzione di dosi aumenta di settimana in settimana. Lo scarto non c’è solo in Italia ma anche in altri Paesi, come Francia o Spagna”.

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