Politica

Accuse alla Raggi, lei replica: “Non sono filo-Putin” Calenda: “Lasci la Commissione per l’Expo 2030”

“Non sono una filo-putiniana o filo-russa: è evidente che in Ucraina ci sia un aggressore, la Russia, come è pubblica la mia contrarietà alla guerra come soluzione dei conflitti“. Lo mette in chiaro su Facebook l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi, che risponde così a chi l’accusa di rilanciare la propaganda russa. “Mi si vuole affibbiare questa ‘etichetta’ per delegittimarmi. Ho detto pubblicamente che ho serie perplessità sull’invio di armi in Ucraina, così come ho detto che dobbiamo renderci liberi dal ricatto russo sulla fornitura del gas. Credo che vadano trovate delle soluzioni di mediazione tra le parti – ben vengano le trattative diplomatiche in corso – e che vadano comprese e approfondite le cause del conflitto. L’energia è, indubbiamente, la chiave per capire e quindi intervenire”, spiega Raggi. “Ho condiviso in una chat privata le analisi sulle tensioni tra Russia e Ucraina che aveva fatto, fin dal 2014, l’allora parlamentare europeo Dario Tamburrano – ricorda l’ex sindaca della Capitale – Dario invitava ad intervenire prontamente per evitare che la guerra si estendesse dalla Crimea e dal Donbass a tutta l’Ucraina e all’Europa. Aveva ragione. Allo stesso tempo proponeva una soluzione: limitare l’incidenza del gas russo nelle forniture energetiche dell’Europa e investire nelle fonti rinnovabili”. Raggi conclude: “È quello che, secondo me, dobbiamo fare. Per me è questa una delle ‘armi’ che abbiamo per depotenziare il conflitto. Ovviamente, le mie parole sono state distorte per creare una contrapposizione tutta politica tra ‘buoni’ e ‘cattivi’all’interno della quale chi non si adegua è ovviamente un ‘cattivo’. Per raggiungere l’obiettivo dell’indipendenza e della transizione energetica dobbiamo stare tutti dalla stessa parte“.

“Abbiamo votato l’accordo sulle commissioni di minoranza proposto da Gualtieri, con molte perplessità e per ragioni di correttezza istituzionale. Ora basta. La Raggi già no vax e oggi megafono della propaganda russa se ne deve andare“. Così il leader di Azione e candidato sindaco alle ultime elezioni amministrative di Roma, Carlo Calenda, chiede di estromettere l’ex prima cittadina dalla Presidenza della Commissione Expo 2030 di Roma Capitale.

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