Politica

Addio Trasporti, è arrivato il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile

Un dicastero, quello dei Trasporti, che nel corso di poco meno di in secolo è stato protagonista di numerosi cambi di nome. Istituito il 22 giugno 1916 con la denominazione di Ministero dei Trasporti Marittimi e Ferroviari, e in seguito, tra ripetute estensioni, accorpamenti e divisioni (tra cui Lavori Pubblici),rinominato per la seconda volta nel giro di un paio d’anni, nel 2008, dal Governo Berlusconi IV Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Col Consiglio dei Ministri numero 4 del Governo Draghi di venerdì 26 febbraio 2021, lo storico Palazzo di Porta Pia ha assuntoil nome di “Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili”, su proposta del neo Ministro Enrico Giovannini (nella foto) con il decreto-legge sulla riorganizzazione dei Ministeri.

“Il cambio di nome corrisponde ad una visione di sviluppo che ci allinea alle attuali politiche europee e ai principi del Next Generation Eu – ha affermato il Ministro Giovannini – con l’obiettivo di promuovere una forte ripresa economica del Paese che sia sostenibile anche sul piano sociale e ambientale,come indicato dal Presidente Draghi, che ringrazio per aver sostenuto la proposta di modifica del nome del Ministero”.

“Investimenti rapidi e consistenti – ha aggiunto Giovannini – come quelli che stiamo programmando, in particolare con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza,devono produrre un rilevante effetto sul piano della competitività del sistema economico e di stimolo occupazionale nell’attuale congiuntura economica e in prospettiva il rafforzamento e l’ammodernamento delle reti infrastrutturali e del settore della logistica,l’investimento in infrastrutture sociali e nelle diverse aree del sistema dei trasporti devono accompagnare e accelerare le trasformazioni in atto nel mondo delle imprese e dei consumatori nella direzione della sostenibilità”.

“Il Ministero – ha precisato infine Giovannini – aprirà un dialogo intenso con gli operatori economici e sociali per identificare le azioni più idonee per accelerare questo percorso, tenendo conto anche delle nuove opportunità derivanti dai recenti orientamenti del mondo finanziario e delle politiche europee in materia”.

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