Economia e Lavoro

Agricoltura, gli aumenti energetici (+50%) frenano le filiere agricole o le fanno addirittura chiudere

Il balzo dei beni energetici si trasferisce a valanga sui bilanci delle imprese agricole strozzate da aumenti dei costi che costringono a spegnere le serre di fiori ed ortaggi, a lasciare le barche in banchina e a tagliare le concimazioni dei terreni con il raddoppio dei costi delle semine. E afferma la Coldiretti in riferimento ai dati Istat sulla produzione industriale nel 2021 che per l’alimentare cresce del 6,2%. La tempesta perfetta scatenata dallo shock energetico – sottolinea la Coldiretti – colpisce la filiera agroalimentare e ridimensiona le previsioni di crescita del 2022 azzoppando la ripresa per effetto dell’aumento esponenziale dei costi di produzione. Gli agricoltori per le operazioni colturali – spiega la Coldiretti – sono costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Inoltre – continua Coldiretti – l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi, con l’urea passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%). L’aumento dei costi riguarda anche l’alimentazione del bestiame, il riscaldamento delle serre per fiori e ortaggi e il gasolio per le imbarcazione con oltre la metà dei costi che le aziende ittiche devono sostenere è rappresentata proprio dal carburante. L’agroalimentare che assorbe oltre il 11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Enea. Nel sistema agricolo i consumi diretti di ener­gia includono i combustibili per trattori, serre e i trasporti mentre i consumi indiret­ti ci sono quelli che derivano da fitosani­tari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica (4,7 Mtep). Il comparto alimentare richiede invece – continua la Coldiretti – in­genti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origi­ne animale e vegetale, funzionamen­to delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro (8,6 Mtep). Il rincaro dell’energia – continua la Coldiretti – si abbatte infatti sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, dalla plastica, dell’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi. Una situazione di difficoltà aggravata dal record del prezzo della benzina che pesa sul deficit logistico dell’Italia che deve affrontare costi per il trasporto merci superiori dell’11% rispetto alla media europea per un valore di 13 miliardi all’anno, secondo l’analisi Coldiretti su dati del centro studi Divulga. A subire gli effetti i – continua la Coldiretti – è l’intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica arrivano ad incidere attorno ad 1/3 sul totale dei costi per frutta e verdura. “Serve un deciso intervento per contenere la bolletta energetica nelle campagne e garantire continuità della produzione agricola ed alimentare” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel precisare che occorre anche “responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare aziende agricole e stalle”.

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