E’ assolutamente insufficiente la presenza di candidate donne alle elezioni amministrative in queste amministrative 2021. La cifra la si desume dai dati forniti dal Viminale che “nel faraonico dossier di quasi duecento pagine sulle amministrative certifica ancora una volta che siamo lontanissimi dalla parità di genere, almeno in politica”, scrive la Stampa. Insomma, Finlandia e Islanda sono decisamente lontane dall’Italia, che ancora arranca molto più indietro per percentuale di parità di genere. “Nei 17 Comuni capoluogo delle Regioni a statuto ordinario sono appena 25 le signore in corsa, il 17,24%, contro i 120 uomini (82,76%)” scrive la Stampa, anche se poi la percentuale di donne candidate aumenta per la carica di consigliere comunale, 44,85%, pari a 5.956 candidate ma comunque non supera la quota azzurra con 7.325 uomini candidati, pari al 55,15%. E soprattutto la presenza alta di donne la si dovrebbe alla legge sulla doppia preferenza. Insomma, “Chiara Appendino e Virginia Raggi sono ancora l’eccezione che conferma la regola”, scrive il quotidiano torinese. La prima non è nemmeno ricandidata, la seconda potrebbe perdere il suo posto.