Il Consiglio dei ministri ha approvato la riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario con le norme sullo stop alle “porte girevoli”. Il Consiglio dei ministri in un primo momento era convocato per le 10, poi è slittato ed è cominciato solo in tarda mattinata. L’esecutivo Draghi ha chiuso così la partita sul pacchetto di proposte messo a punto da Marta Cartabia. Nel provvedimento c’è il divieto di esercitare in contemporanea funzioni giurisdizionali e ricoprire incarichi elettivi e governativi, come invece possibile oggi. Questo divieto vale sia per cariche elettive nazionali e locali; sia per gli incarichi di governo nazionali/regionali e locali. La riforma prevede l’obbligo di collocarsi in aspettativa senza assegni per l’assunzione dell’incarico.
Si introducono divieti che impediscano il ripetersi di casi di magistrati che svolgano in contemporanea funzioni giurisdizionali e incarichi politici, anche se in altro territorio.
Sulla elegibilità sono previsti limiti territoriali per le cariche elettive nazionali, regionali, province autonome di Trento e Bolzano, Parlamento Europeo, e per gli incarichi di assessore e sottosegretario regionale, si prevede che i magistrati non siano eleggibili nella regione, in cui è compreso in tutto o in parte l’ufficio giudiziario in cui hanno prestato servizio negli ultimi tre anni. Per le cariche di sindaco/consigliere/assessore comunale, non puoi candidarti se presti servizio o hai prestato servizio nei tre anni precedenti la data di accettazione della candidatura presso sedi o uffici giudiziari con competenza ricadente in tutto o in parte nel territorio della provincia in cui è compreso il comune o nelle province limitrofe.