Esteri

Australia, in migliaia in piazza contro la violenza sulle donne

Decine di migliaia di persone sono scese in strada in tutta l’Australia, per protestare contro la violenza sessuale e la disparità con cui vengono considerate le accuse delle donne nel Paese. Le marce si sono tenute in oltre 40 città e centri abitati, la più imponente dinanzi al parlamento di Canberra, da settimane al centro di un caso che monopolizza l’attenzione. A innescare le proteste infatti è stata la denuncia, a metà febbraio, di un ex dipendente del Partito Liberale che è al potere, Brittany Higgins, che ha denunciato le violenze subìte da un ex partner, violenza che sarebbe avvenuta all’interno dello stesso Parlamento. Al centro delle critiche anche il governo conservatore per come sta gestendo la crisi. Alla marcia di Canberra – dove molte donne erano vestite di nero e la folla scandiva slogan del tipo “Non ci ascoltate”, “Quante vittime conosci?”, “Io le credo”- ha preso la parola proprio la giovane, da settimane sulle prime pagine dei giornali.  “Il sistema è incrinato, il soffitto di vetro rimane al suo posto e ci sono magagne pesanti nelle strutture di potere all’interno della nostra istituzione”, ha denunciato Higgins. “In Australia c’è un’orribile accettazione da parte della società della violenza sessuale subita dalle donne. La mia storia era in prima pagina per l’unico motivo che era un doloroso allerta alle donne che, se puo’ accadere in Parlamento, può davvero succedere ovunque”. Dopo la denuncia pubblica di Higgins, il cui stupro sarebbe avvenuto nel 2019, altre tre donne – che hanno voluto pero’ rimanere anonime – hanno denunciato di essere state vittime di aggressioni o contatti indebiti da parte dello stesso uomo, che adesso è stato licenziato. Ma nel frattempo è scoppiato un altro scandalo, che ha innescato il movimento nazionale, #March4Justice: è emersa l’accusa fatta 32 anni fa al ministro della Giustizia, Christian Porter, prima che entrasse in politica, accusa che fu archiviata per mancanza di prove dopo il decesso, nel 2020, della presunta vittima.

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