Esteri

Biden e la first lady Jill sui luoghi della strage di Uvalde. Il padre del killer: “Doveva uccidere me. Chiedo scusa”. Polemiche sui ritardi della polizia

Il presidente Joe Biden e la First Lady Jill si recheranno a Uvalde, in Texas, domenica 29 maggio, riferisce la Casa Bianca. La coppia presidenziale incontrerà le famiglie delle vittime della strage della scuola elementare. I Biden avranno anche colloqui con “politici locali e leader religiosi”. Intanto il presidente su Twitter scrive che “il Congresso deve passare la legge sul controllo dei profili di chi vuole acquistare armi, vietare i fucili d’assalto e i mitra. È tempo di trasformare questo dolore in azione”. La portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre ha spiegato che Biden “non vuole abolire il secondo emendamento ma ha sottolineato che il presidente ha chiesto “leggi di buon senso” sulle armi dopo la strage di Uvalde. “Biden non può risolvere il problema delle armi da solo, ha bisogno che il Congresso agisca”. La visita in Texas nel weekend arriva nel pieno della convention annuale nella città di Houston della National Rifle Association (Nra), la potente lobby delle armi che blocca da anni ogni tentativo di riforma in materia. All’evento è prevista la partecipazione di Donald Trump, del senatore già candidato presidenziale Ted Cruz e del governatore del Texas Greg Abbott. In giornata aveva parlato anche Salvador Ramos, padre del killer della scuola elementare di Uvalde. “Mi dispiace per quello che ha fatto mio figlio. Doveva uccidere me”, ha detto in un’intervista al Daily Beast. L’uomo si è detto sorpreso. “Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere da mio figlio. Avrebbe dovuto uccidere me invece di fare quello che fatto”, ha spiegato l’uomo, omonimo del figlio assassino. Ramos era al lavoro quando è stato contatto da sua madre per informarlo della sparatoria. “Hanno ucciso il mio ometto. Non vedrò più mio figlio, come gli altri genitori non vedranno più i loro e questo mi fa male”, ha aggiunto. Secondo quanto emerso, le squadre speciali della Border Patrol Tactical Unit sono arrivate nella scuola elementare di Uvalde “un’ora dopo” l’ingresso del killer e lo hanno ucciso. Lo ha detto la polizia del Texas confermando le indiscrezioni dei media sui tempi dell’intervento senza spiegare perché ci abbiano messo così tanto. La polizia locale e le guardie di sicurezza della scuola “sono entrate dopo quattro minuti. Hanno sentito colpi di arma da fuoco, hanno fatto dei giri di ricognizione e poi si sono messi al riparo”, ha detto ancora il direttore generale. Le tempistiche di intervento stanno creando un caso. Cresce la rabbia dei genitori delle piccole vittime che accusano gli agenti di non aver agito con tempestività per fermare la furia omicida di Ramos. “Entrate! Entrate!”, urlano disperati agli agenti i genitori accorsi fuori dalla scuola, nei video di quei momenti terribili ripresi da testimoni e abitanti. Un papà, la cui figlia di 8 anni è stata uccisa nell’attacco, ha detto che era pronto con altri tre o quattro padri ad entrare nella scuola. “I poliziotti erano impreparati, stavano lì in piedi senza fare nulla”, ha accusato. “È stato un errore non fare irruzione nell’aula” della scuola, ha ammesso la polizia del Texas in una conferenza stampa. ” È stata una decisione sbagliata. Punto. Non ci sono scuse”, ha detto il colonnello Steven McCraw, capo del dipartimento di pubblica sicurezza dello Stato, spiegando che “il comandante in loco non riteneva che ci fossero bambini a rischio, era convinto che il killer si fosse barricato e di avere più tempo per accedere all’aula”. “Ovviamente sbagliava”, ha ribadito McGraw.

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