Economia e Lavoro

Bombardieri (Uil): “Il Governo stabilizzi i navigator, hanno competenze e professionalità”

“Gli oltre 2000 Navigator, professionisti selezionati da Anpal e che operano nei Centri per l’Impiego di tutta Italia, vedono avvicinarsi una nuova scadenza dei loro contratti, senza che il Governo abbia ancora deciso quale soluzione adottare”. E’ quanto detto dal Segretario generale della Uil, Bombardieri, sulla vertenza Navigator insieme al dirigente del sindacato, Grossi. “Immaginavamo che, dopo una selezione pubblica e un continuo percorso formativo, ma soprattutto dopo aver garantito anche in piena pandemia attività a favore di centinaia di migliaia di percettori di reddito di cittadinanza e della variegata utenza dei Centri per l’impiego, la stabilizzazione dei Navigator all’interno degli uffici in cui operano sarebbe stato un atto quasi automatico. Invece su questo vediamo ancora titubanze da parte del Governo, spesso legate a retaggi politici, e un affannoso quanto improbabile coinvolgimento delle regioni che, invece, autonomamente, hanno già proceduto in molti casi alle selezioni per il personale dei Centri per l’Impiego e delle Agenzie regionali.

Sin dal primo giorno che abbiamo deciso di essere a fianco di queste lavoratrici e lavoratori, abbiamo chiesto al Ministero per il Lavoro di individuare una soluzione definitiva a livello nazionale, soprattutto in una fase storica in cui la pubblica amministrazione è alla ricerca di personale qualificato da inserire all’interno dei propri organici, spesso mediante procedure selettive identiche a quella superata dai Navigator nel 2019.   Abbiamo più volte sollecitato il Ministro Orlando al fine di convocare i sindacati per definire un percorso conclusivo di questa vertenza e, in ultima istanza, abbiamo coinvolto anche il Ministro della pubblica amministrazione Brunetta, auspicando che in un tavolo congiunto, mettendo assieme le esigenze del comparto e le occasioni offerte dal PNRR che saranno declinate in programmi imponenti come GOL, si coglierà l’opportunità di poter utilizzare al meglio queste professionalità.

Le politiche attive del lavoro, se ben realizzate, possono rappresentare uno dei punti strategici per far ripartire il Paese e riteniamo che debbano restare nella gestione pubblica, ma per far sì che ciò accada serve mettere in campo professionisti già pronti a raccogliere questa grande sfida”.

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