Continua l’eruzione vulcanica iniziata il 19 settembre sull’isola di La Palma (Canarie): nelle ultime ore, autorità ed esperti di vulcanologia hanno osservato che il flusso di lava espulsa verso la costa si è ravvivato e ieri sera la colata era già arrivata a 1,6 chilometri dalla costa, dopo aver travolto diverse case della località di Todoque. Secondo Efe, tra gli edifici distrutti dalla lava ci sono la chiesa del paese e il centro sanitario locale. L’Istituto di Vulcanologia delle Canarie e l’Istituto Spagnolo di Geologia e Mineraria hanno affermato che si sono aperte due nuove bocche eruttive, che hanno espulso «fiumi di lava» estesisi verso la costa per circa un chilometro prima di rallentare e continuare ad avanzare a una velocità di circa 60-80 metri all’ora. Le autorità sanitarie continuano a insistere sulla necessità di proteggersi in particolare dalla cenere e dai gas emessi dal vulcano, che possono provocare problemi respiratori, agli occhi e alla pelle: si raccomanda di rimanere in casa con porte e finestre chiuse nel caso di “pioggia di cenere”. Intanto da Fuerteventura sono arrivati a La Palma uomini della protezione civile, personale sanitario e volontari per prestare soccorso alla popolazione locale. Il presidente delle Canarie Ángel Víctor Torresieri ha parlato di una popolazione angosciata e sconsolata per gli enormi danni provocati dal cratere su quest’isola di circa 83.000 abitanti: sono circa 6.000 le persone evacuate dalle loro case nei giorni scorsi, alcune delle quali già sicure di aver perso case e terreni. A tutto questo si va ad aggiungere anche il possibile crollo delle presenze turistiche, che rappresentano il bene più prezioso per questo arcipelago.