Braccianti agricoli indiani non solo sfruttati, ma tenuti in condizioni di assoluto sfruttamento, sono stati scoperti dalla Guardia di finanza di Latina in un’azienda agricola pontina del settore florovivaistico. E le prevaricazioni così come la truffa ai danni dell’Inps si sarebbe ripetuta – secondo le accuse – per oltre 96 volte negli ultimi due anni, per ogni lavoratore impiegato e trattato come schiavo.
Secondo quanto accertato dalla Tenenza di Sabaudia delle Fiamme gialle le condizioni di lavoro ed i metodi di sorveglianza pressanti e degradanti, attuati dagli indagati, sono stati tali da generare nei lavoratori stranieri costantemente provati da un profondo stato di bisogno e dalla necessità, spesso, di mantenere economicamente le famiglie d’origine un totale assoggettamento psicologico al “datore di lavoro”. In alcuni casi, infatti, i lavoratori sono stati costretti a rinunciare al riposo settimanale e alle ferie dovute. In base a quanto ricostruito dagli investigatori della Gdf l’autorita giudiziaria pontina ha disposto il divieto di dimora nell’intera provincia di Latina per i soggetti coinvolti, due italiani cotitolari dell’azienda agricola. Inoltre è stato chiesto ed ottenuto il sequestro preventivo per equivalente dell’importo di Euro 123mila euro pari all’illecito profitto del reato. L’inchiesta è stata coordinata dalla locale Procura. Gli accertamenti sono stati seguiti dal procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e dal pm Giuseppe Miliano. L’ordinanza è stata decisa dal gipp Mario La Rosa. Le Fiamme Gialle – si sottolinea – hanno verificato l’illecito profitto accumulato dall’impresa grazie al reato di sfruttamento della manodopera irregolare. In particolare da ottobre 2019 a maggio 2020, l’impresa ha beneficiato di un “guadagno illecito”, corrispondente alle retribuzioni non corrisposte. Per questo è arrivato il sequestro.