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Carabinieri, 208 anni e non dimostrarli

Celebrato l’Annuale di Fondazione dell’Arma, l’incontro con Mattarella al Quirinale, l’omaggio al Milite Ignoto e la festa alla Salvo D’Aquisto a Tor di Quinto

Celebrato il 208mo Annuale di Fondazione dell’Arma dei Carabinieri. Nella mattinata di lunedì, il comandante generale Teo Luzi ha reso omaggio ai caduti deponendo una corona d’alloro al Sacrario dei Caduti all’interno del Museo Storico dell’Arma. A seguire si è recato al Quirinale dove, con una rappresentanza di Carabinieri, comprendente i vertici del Comando Generale e personale delle varie organizzazioni dell’Arma è stato ricevuto ricevuto dal presidente della Repubblica. Poi nel pomeriggio a Roma, all’interno della Caserma “Salvo D’Acquisto” di Tor di Quinto, la cerimonia alla presenza di autorità parlamentari e di governo, di esponenti delle magistrature, di autorità militari e del comandante generale. La cerimonia, con lo schieramento di tre Reggimenti di formazione rappresentativi di tutte le componenti dell’Arma, ha visto  la rassegna dei reparti da parte del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, la consegna alla Bandiera di Guerra dell’Arma dei Carabinieri della Medaglia d’Oro al Merito Civile per i meriti acquisiti nell’attività di tutela dell’ambiente dal 1986 ad oggi. Successivamente sono state consegnate le “Ricompense” ai Carabinieri maggiormente distintisi nelle attività di servizio e come di consueto il “Premio annuale” a sei comandanti di stazione che si sono particolarmente distinti nell’attività d’istituto. Dopo il deflusso dei reparti, è seguito lo storico carosello equestre, eseguito dal 4° Reggimento Carabinieri a Cavallo per rievocare la “Carica di Pastrengo” del 1848. Ai Carabinieri è andato anche l’omaggio del Capo dello Stato: “Nel 208° anniversario della fondazione mi è grato rivolgere alle donne e agli uomini dell’Arma dei Carabinieri, e alle loro famiglie, il saluto e i sentimenti di riconoscenza della Repubblica per il servizio prestato nella tutela dei diritti dei cittadini. Un impegno che si proietta sulla scena internazionale in tante meritorie attività di cooperazione che vanno dalle operazioni di mantenimento della pace e della sicurezza nelle aree di crisi, all’addestramento delle forze di polizia locali, concretizzando l’affermazione dei valori iscritti nella Costituzione”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, generale C.A. Teo Luzi. “Un commosso pensiero va a tutti i carabinieri caduti nell’adempimento del dovere e a quelli feriti nell’esercizio della loro attività. Ricordo in particolare la figura del carabiniere Vittorio Iacovacci, ucciso in Congo, assieme all’ambasciatore Luca Attanasio, nel corso di una missione a sostegno di un progetto umanitario, e alla cui memoria è stata conferita la medaglia d’oro al valor militare”, aggiunge.

 La nascita dell’Arma dei Carabinieri

Il 3 aprile 1814 Napoleone Bonaparte venne dichiarato decaduto dalla sua carica imperiale, così Vittorio Emanuele I di Savoia, sull’onda della Restaurazione, riuscì finalmente a fare rientro al suo Regno di Sardegna.
L’8 maggio successivo, il Re sbarcò a Genova e poté rendersi immediatamente conto dell’estrema precarietà dell’ordine e della sicurezza pubblica, conseguenza anche dei drammatici sconvolgimenti politici degli ultimi anni.
Certamente l’anziano monarca era intenzionato a fare “tabula rasa” di tutte le strutture sociali, economiche e politiche ereditate dall’odiata dominazione francese ma, per l’organizzazione di una nuova polizia, efficiente e fidata, non nascose la sua ammirazione per la Gendarmeria d’oltralpe, con duplice funzione di polizia civile e militare. Vittorio Emanuele .  Nel giugno dello stesso anno furono presentati due progetti, dai quali poté delineare la configurazione del nuovo Corpo, di élite, con ampie competenze in materia di ordine pubblico, la cui funzione di garanzia della stabilità interna era considerata talmente importante da venir dopo solo alla salvaguardia del Sovrano. La forza con cui i Carabinieri cominciarono ad operare fu di 27 ufficiali e 776 tra sottufficiali e truppa. Di quegli 803 militari, 476 erano a cavallo, 327 a piedi.

Il Corpo sarebbe stato articolato in Divisioni (corrispondenti agli attuali Comandi Provinciali), comandati da un capitano; ogni Divisione avrebbe avuto sotto di sé una serie di Luogotenenze, guidate da un luogotenente o da un sottotenente; queste coordinavano l’ultimo anello della catena, le Stazioni, che erano capillarmente distribuite su tutto il territorio e comandate da marescialli e brigadieri.
L’obiettivo di costituire una prima linea di difesa territoriale e di coprire sistematicamente il territorio per il controllo della criminalità è rimasto praticamente lo stesso fino ai nostri tempi: Vittorio Emanuele I non poteva ancora immaginare che stava dando vita ad un’Istituzione che sarebbe sopravvissuta non solo a Lui ed alla Monarchia, ma anche a due Guerre Mondiali, al Fascismo, a tante vicende della Nazione, per giungere più che mai salda ai nostri giorni, con due secoli di Storia, pronta ancora a servire lo Stato ed i suoi cittadini. l 13 luglio 1814 è la data della nascita del Corpo dei Carabinieri Reali: Vittorio Emanuele I emanò le Regie Patenti con cui organizzò tutto il settore dell’ordine e della sicurezza pubblica, prevedendo l’istituzione della Direzione Generale di Buon Governo che si sarebbe avvalsa dei Carabinieri Reali per il raggiungimento dei suoi scopi: “Per ristabilire ed assicurare il buon ordine e la pubblica tranquillità, che le passate disgustose vicende hanno non poco turbato a danno dei buoni e fedeli Nostri sudditi, abbiamo riconosciuto che sia necessario mettere in atto tutti quei mezzi che possono essere confacenti per scoprire e sottoporre al rigore della Legge i malviventi ed i male intenzionati, e per prevenire le perniciose conseguenze che da simili soggetti, sempre odiosi alla società, possono derivare a danno dei privati cittadini e dello Stato….. Abbiamo … ordinato….. la formazione di un corpo di militari, distinti per buona condotta e saggezza, chiamati col nome di Corpo dei Carabinieri Reali. Essi avranno le speciali prerogative, attribuzioni ed incombenze finalizzate allo scopo di contribuire sempre più alla maggiore prosperità dello Stato, che non può essere disgiunta dalla protezione e difesa dei buoni e fedeli sudditi nostri”. La parola Carabiniere, di per sé, non era affatto nuova; derivava dall’arma, la carabina, caratteristica dei reparti di fanteria leggera, che avevano a disposizione armi di maggiore precisione, gittata e distruttività, come appunto la carabina e la granata: i fanti di questi reparti avevano un addestramento superiore perché dovevano possedere notevoli mobilità ed iniziativa. Tali caratteristiche accomunavano concettualmente, almeno dal punto di vista militare, i Carabinieri ai Granatieri, tant’è che anche i militari dell’Arma indosseranno gli alamari ed uno dei loro simboli, la granata con fiamma, la troviamo appunto nei Granatieri. Per il nuovo Corpo vennero stabiliti ordinamento, uniformi, armamento, modalità del servizio e pure l’aspetto esteriore: i Carabinieri dovevano esprimere anche nei dettagli il fatto di essere i difensori dell’ordine dinastico ricostituito talché, equipaggiati di tutto punto, erano pronti a fare il loro ingresso nella storia.

 

 

 

 

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