Regioni

Carnevale (Lega noi con Salvini): “La transizione ecologica unica strada contro il caro bollette”

A colloquio con la responsabile regionale del Dipartimento attività Produttive per il Lazio 

 

Dott.ssa Carnevale , crede che il caro gas accelererà il processo di transizione ecologica, altro tema caro al Dipartimento Produttive Lega?

 

Per anni chi affermava che i combustibili fossili andassero progressivamente superati per evitare disastri è stato definito catastrofista. Oggi finalmente emerge ovunque la necessità inderogabile di un cambio di rotta: governi, associazioni, imprese, cittadini hanno capito che il momento è adesso. Come se non bastasse l’argomento del cambiamento climatico contro le fonti fossili, di recente (e per l’ennesima volta…) è esploso il problema dei costi.  La risposta principale ai nostri problemi energetici, ambientali ed economici, c’è già: solare, eolico e riutilizzo rifiuti a fini energetici. Nessuna importazione, nessun costo della materia prima, nessuna emissione in atmosfera. Il problema è che la transizione energetica va ancora troppo a rilento e, mentre siamo stretti tra un clima sempre meno prevedibile e bollette sempre più care, c’è chi rincorre soluzioni irrealizzabili o lontane nel tempo.

 

Qual e’ il livello di dipendenza dell’ Italia dal gas ?

Lo stanno scoprendo famiglie e imprese con la vicenda del caro-gas. Il prezzo cresce e non possiamo controllarlo: le bollette salgono. Questo è un problema serio per l’Italia, che ha una dipendenza energetica quasi patologica dal gas (40%), nettamente superiore alla media europea (24%) e inferiore solo a grandi produttori come Russia e Turkmenistan.

A suo avviso con le rinnovabili la sfida  si può vincere ?

L’Italia dovrebbe aggiungere 70 GW di rinnovabili elettriche da oggi al 2030. Aumentare vertiginosamente in pochi anni la produzione di materiali e dispositivi per la conversione e l’accumulo di rinnovabili, dai pannelli alle batterie, è una sfida enorme. Ma anche una straordinaria opportunità per un Paese manifatturiero come l’Italia. Il problema è il tempo: ne abbiamo pochissimo e non possiamo perderne altro facendoci distrarre o persino ingannare dal miraggio di opzioni irrealizzabili o lontane nel tempo. Le soluzioni chiave per decarbonizzare il sistema energetico non solo esistono già, ma sono veloci da installare, sicure, affidabili, socialmente sostenibili ed economicamente imbattibili.

 

Si parla tanto dei rifiuti come fonte di energia rinnovabili. Lei come la vede?

 

Oltre al solare ed all’eolico i rifiuti possono essere una miniera per il nostro Paese, povero di risorse naturali. L’ Italia produce 30 milioni di tonnellate di rifiuti che se non adeguatamente recuperati rischiano di rappresentare un ulteriore costo e maggiore inquinamento per la collettivita’ . Ma occorre un percorso trasparente di condivisione con il territorio per ascoltare e trasmettere i vantaggi di questi nuovi processi.

Nelle nostre raccolte differenziate la quota di rifiuti organici in termini di peso è quella più alta.

Scarti mensa, cucine, sfalci organici da cui, attraverso processi naturali, è possibile recuperare biometano per sostituire il gas naturale che oggi importiamo dall’estero. I prezzi del gas sono sempre più alti e fanno soffrire la nostra dipendenza. Recuperare gas da quello che avanziamo dalle cucine e dal giardinaggio è un vantaggio ambientale ed economico. Da questo recupero energetico, rimane una frazione, l’ammendante compostato misto, un fertilizzante che, dopo la certificazione di enti terzi, può essere utilizzato nell’agricoltura biologica.

 

 

Oggi qual e’ il processo per la frazione organica che proviene dalla raccolta differenziata della Ciociaria?

 

Oggi tutto l’organico prodotto viene esportato in impianti del Nord Italia (Veneto e Lombardia) per essere trasformato in biometano e ammendante agricolo, con enormi problematiche di costi e anche di impatto ambientale. Paradossalmente ci si trova nella situazione in cui più si differenzia, più si paga. E dovrebbe essere il contrario. Ma questo è possibile solo costruendo impianti dove il rifiuto viene riutilizzato. Oggi gestire la frazione organica della provincia di Frosinone costa 170-180 euro a tonnellata: solo per i trasporto si paga tra i 45-60 euro a tonnellata. Costi che finiscono nella tariffa rifiuti pagata dai cittadini.

 

 

Quale la situazione ed i numeri nella provincia di Frosinone?

 

Il Lazio produce 550.000 tonn di rifiuti organici e ne tratta solo il 28% . Il resto lo manda fuori regione pagando. Finora la Regione Lazio ha spinto su una gestione del rifiuto non sostenibile, come ad esempio la riapertura del V invaso della discarica di Roccasecca per accogliere i rifiuti della capitale. Per fortuna il nuovo quadro normativo va nella direzione completamente opposta, quella della sostenibilita’ e della economica circolare. Percio’ anche in provincia di Frosinone si colgano tutte le opportunità offerte dal PNRR sul tema della transizione ecologica e si renda autosufficiente il territorio trasformando i rifiuti da criticita’ in opportunita’.

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