Esteri

Caso Assange, finisce sotto accusa l’Alta Corte di Londra

 

I rapporti mutati tra Washington e Londra in politica internazionale, hanno sicuramente influenzato l’Alta Corte di Londra sul Caso Assang. I magistrati britannici sono però ora sotto un fuoco di fila sia politico, che delle associazioni per i diritti dell’uomo. Non è piaciuta affatto la sentenza che porterà in Tribulale Assange con l’accusa di spionaggio e con il rischio di essere anche estradato negli Stati Uniti. La sentenza è un duro colpo ai sostenitori del Co-Fondatore di Wikileaks, a cominciare dalla compagna, Stella Moris,  che ha immediatamente fatto sapere che l’atto giudiziario sarà oggetto “molto presto” di un ricorso da parte dei suoi legali.  Ad annunciarlo fuori dall’aula è stata la stessa Moris, mentre Amnesty International ha bollato la decisione come “parodia di giustizia”. Moris, anche madre dei due figli più piccoli del giornalista e attivista australiano, in un comunicato ha definito la sentenza “pericolosa e sbagliata” e “una grande ingiustizia”. Una dura critica è arrivata dalla Russia che ha definito “vergognoso” il verdetto dell’Alta corte di Londra. Per il ministero degli Esteri di Mosca, “l’Occidente ha così celebrato in modo degno la Giornata mondiale dei diritti umani” che ricorre oggi: “Questo vergognoso verdetto nell’ambito di questo caso politico contro il giornalista e personaggio pubblico è un’altra manifestazione della visione del mondo da cannibale che ha il tandem anglosassone”, ha scritto sul suo canale Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, riferendosi a Usa e Regno Unito. “Consentendo questo appello, l’Alta corte ha scelto di accettare le assicurazioni diplomatiche profondamente viziate fornite dagli Stati Uniti, che Assange non sarebbe stato tenuto in isolamento in un carcere di massima sicurezza” ha commentato Nils Muiznieks, direttore per l’Europa di Amnesty International. “Se estradato negli Stati Uniti, Julian Assange potrebbe non solo affrontare un processo con l’accusa ai sensi dell’Espionage Act, ma anche un rischio reale di gravi violazioni dei diritti umani a causa di condizioni di detenzione che potrebbero equivalere a tortura o altri maltrattamenti” ha sottolineato Muiznieks.

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