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Caso Morisi, la droga non era sua. Era stata portata dai due escort

Ci sono altri sviluppi sul caso Morisi, l’ex capo della comunicazione della Lega. La confessione in lacrime di uno dei due escort gay che hanno passato la notte con l’ex guru dei social della Lega, mette un punto fermo sulla questione della droga Ghb trovata nella macchina dei ragazzi. “Siamo stati noi. Siamo stati io e Nicolas – spiega uno dei ragazzi rumeni alla Stampa – a portare la droga dello stupro a casa di Luca Morisi. La mia vita è distrutta, ho pensieri brutti, non reggo, ho bisogno d’aiuto. I carabinieri? Non sono stato io a chiamarli. È stato Nicolas a telefonare. Per colpa della droga che avevamo preso. Non ragionava bene, era fuori. Diceva cose assurde. Morisi non ha fatto niente di male nei nostri confronti”. La droga dello stupro – prosegue la Stampa – era nella bottiglietta di succo di frutta infilata nello zaino di Nicolas, la cocaina su un ripiano della libreria al secondo piano dell’appartamento di Luca Morisi. Così come Morisi stesso ha indicato ai carabinieri. Entrambi i quantitativi sono minimi. Non tali da presupporre il reato di spaccio e probabilmente neanche quello di cessione di sostanze stupefacenti. La procuratrice di Verona, Angela Barbaglio, non vuole commentare questa inchiesta: «Non intendo alimentare con pezzi e bocconi questioni di altro genere. Il ragazzo rumeno, non svela però dove abbiamo comprato quella droga. “Di questa cosa parlerò con il mio avvocato, se ne troverò uno”.

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