Carlo Tamburi direttore Italia del Gruppo Enel frena gli entusiasmi l’obiettivo di chiudere le centrali elettriche a carbone entro il 2025, previsto dal Piano nazionale per l’energia e il clima (Pniec), rischia di infatti saltare.
“Enel – spiega- ha previsto di costruire – assieme a rinnovabili e batterie – impianti a gas, da tenere in vita per un tempo limitato fino a quando nel paese non ci sarà un’adeguata diffusione di fonti fotovoltaiche ed eoliche. Il processo autorizzativo sta però segnando il passo”.
E il quotidiano economico 24 ore scrive “l’aspetto che aggrava ancora di più la situazione è il fatto che nel frattempo Enel ha partecipato alle aste indette da Terna per il capacity market: si è aggiudicata la possibilità di fornire energia elettrica, prodotta con gli impianti a gas ancora da costruire, a partire dal 2023. Il suo impegno consente di ottenere un rendimento minimo garantito per la costruzione delle nuove centrali a gas, che altrimenti per le ore di lavoro atteso non sarebbero economicamente sostenibili.
Terna ha ammesso la partecipazione alle gare perché l’iter autorizzativo per la costruzione degli impianti era in corso e l’ok era atteso a fine dicembre 2020. Ovviamente non è arrivato e la scadenza è stata prorogata a fine giugno 2021“.
Ma Tamburi teme che anche per quella data non si farà in tempo. “Se non ci sarà l’autorizzazione – aggiunge- Terna potrebbe rescindere il contratto per il capacity market”. Quindi chiudere le centrali a carbone entro il 2025 sarebbe impossibile.
L’alternativa, secondo il dirigente Enel, dovrebbe essere realizzare impianti fotovoltaici ed eolici, in aggiunta rilevante rispetto a quelli già previsti, in modo tale da compensare la riduzione di capacità derivante dalla dimissione delle centrali a carbone.
“Ma – spiega ancora- mi pare evidente che l’obiettivo sia impossibile: anche lì i processi autorizzativi bloccano gli investitori e le aste vanno deserte“. Per Fusina e La Spezia si potrebbe riprovare a partecipare alle aste del capacity market per il 2024; questo vuol dire chiudere le centrali almeno un anno dopo rispetto ai target.
“Non si sa quando verranno fatte le aste per il 2024 – osserva il manager -. Si pensava quest ‘anno, però con le incertezze sui processi autorizzativi degli impianti la possibilità che slittino al prossimo anno non è remoto”.
“Enel è una supermajor mondiale delle rinnovabili – dice Tamburi-. Per noi il gas è una soluzione complementare allo sviluppo delle fonti di energia verde, prevista dal Pniec. Poiché nel nostro paese lo sviluppo è molto lento, se non si usa il gas bisognerà accettare il fatto che le centrali a carbone le dovremo tenere in funzione ancora per un po”.