Esteri

Cina-Taiwan, guerra economica ma non troppo

 

Un prolungato blocco navale preoccupa Taiwan soprattutto per le sue conseguenze economiche, anche se per ora Pechino non ha esagerato con le sanzioni, anche perché ha bisogno dei semiconduttori di Taipei. Nel frattempo inaspriti i controlli sulle etichette i clienti (tra cui Apple) chiedono ai fornitori di attenersi alle regole della Repubblica Popolare. L’economia è la principale preoccupazione dei taiwanesi in merito alle attuali tensioni con la Repubblica Popolare. Non tanto e non solo per le sanzioni, ma anche e soprattutto per l’impatto di possibili blocchi navali che l’esercito cinese ha dimostrato di poter imporre a porti e aeroporti venerdì 5 luglio come prima risposta alla visita di Nancy Pelosi. Il governo cinese ha bloccato le importazioni di agrumi, pesce, biscotti e altri alimenti da Taiwan per un totale di circa 100 prodotti agroalimentari. La Cina continentale è la principale destinazione di esportazione dei prodotti agricoli taiwanesi per un valore in crescita di 1,1 miliardi di dollari. Ma le esportazioni agricole costituiscono solo una frazione dei 765 miliardi di dollari pari allo 0,23% circa delle importazioni totali da Taiwan. Quindi Pechino per ora in materia commerciale sembra frenare, anche se blocchi navali a intermittenza potrebbero avere un impatto più rilevante delle esercitazioni militari. Nel 202 si è raggiunto il record dell’interscambio Pechino-Taipei, con una bilancia commerciale nettamente a favore di quest’ultima, ma se per Taiwan il mercato cinese conta a livello quantitativo, per la Repubblica Popolare quello taiwanese conta soprattutto a livello qualitativo, in particolare per il settore tecnologico. Lo stop all’esportazione di sabbia naturale appare come una mossa simbolica e i microchip prodotti sull’isola sono troppo importanti per il settore tecnologico di Pechino. Le imprese taiwanesi controllano oltre il 60% dello share globale del comparto di fabbricazione e assemblaggio dei semiconduttori. E dei 300 miliardi di dollari di importazioni cinesi nel settore vengono da Taipei che utilizza questo cordone tecnologico come una delle poche leve diplomatiche a disposizione nel suo rapporto con Pechino. Diversi fornitori di componenti taiwanesi hanno ricevuto richieste urgenti dai loro clienti (tra cui Apple, scrive Nikkei Asia) che chiedevano di assicurarsi che le spedizioni fossero conformi ai requisiti di etichettatura imposti dalle autorità cinesi e che prevedono che non possono apparire i nomi Taiwan o Repubblica di Cina. Via libera invece per “Taiwan, China” o “Chinese Taipei”. Per ora nessun problema per la Tsmc, nonostante il fondatore del colosso dei semiconduttori Morris Chang abbia incontrato Nancy Pelosi, mentre Robert Tsao, fondatore del produttore di chip UMC, da Singapore dove risiede si è impegnato a donare 100 milioni di dollari per aiutare Taiwan a rafforzare le sue difese militari.

Related posts

Dopo sette mesi Biden e Xi si telefonano e parlano di concorrenza

Redazione Ore 12

Grecia, continua la ricerca dei dispersi del naufragio a Pylos

Redazione Ore 12

Operazioni interrotte per il più grande oleodotto Usa. Attacco hacker alla società Colonial Pipeline

Redazione Ore 12