Nell’ultimo anno e mezzo, la pandemia ha investito le vite di tutti noi, modificando in un tempo brevissimo abitudini, ritmi e modalità di lavoro, imponendo limiti e regole alla socializzazione e condizionando lo svolgimento di tutti gli aspetti della vita nostra quotidiana. I più piccoli hanno subito uno stravolgimento del loro mondo: sono stati tutti obbligati ad avvicinarsi alle nuove tecnologie per poter seguire l’attività scolastica, per mantenere i rapporti con i compagni, per poter sentire vicini i nonni. Dalla scuola dell’infanzia fino all’università, ogni studente ha intensificato la relazione smartphone, tablet e pc per poter riconquistare un po’ di normalità e le lunghe giornate isolati, in casa, hanno inoltre reso più indulgenti i genitori dei più piccoli nel limitare e controllare l’uso di consolle, social network, app e videogiochi. Il bilancio di questa accelerazione dei processi di integrazione tra infanzia, adolescenza e internet presenta anche profili decisamente preoccupanti. Nel 2020, la Polizia Postale e delle Comunicazioni ha potuto rilevare un complessivo incremento pari al 77% dei casi in cui sono stati compiuti reati online in danno di bambini e ragazzi: pedopornografia, adescamento online e cyberbullismo ma sorprendentemente anche estorsioni sessuali, revenge porn e truffe sono fra i tipi di aggressioni rivolte ai più piccoli in rete.
Il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online ha potuto rilevare che sono i reati di sfruttamento sessuale dei minori realizzati tramite social network, circuiti di file sharing, darknet a conoscere gli incrementi più gravi: per i più giovani socializzare, innamorarsi, litigare, partecipare alle lezioni passa, per un lungo anno, soprattutto attraverso smartphone, tablet e pc. Questo attrae l’attenzione di adulti interessati ad interazioni sessuali in rete con bambini e adolescenti ed aumenta la circolazione di immagini pedopornografiche: nell’anno del covid (2020) i casi trattati sono aumentati del 132% e gli abusanti indagati del 90%.Nel 2021, il trend in crescita non accenna a dare tregua e travolge bambini sempre più fragili per età: solo nel primo quadrimestre del 2021, si verificano incrementi pari al 70% dei casi trattati per reati connessi con la pedopornografia e l’adescamento online rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Bambini piccolissimi di età compresa tra 0 e 9 anni vengono agganciati sui social, sulle app di gioco e condotti in relazioni tecnomediate di tipo abusante da adulti senza scrupoli; solo nei primi 4 mesi di quest’anno 52 casi a fronte dei 41 dell’intero anno precedente.