Economia e Lavoro

Confcommercio vede nero: “La guerra allontana la ripresa”. Purtroppo è un ritorno al passato

I dati della Congiuntura Confcommercio di marzo fotografano una situazione di grande incertezza e di forte rallentamento dell’economia con un aumento non più episodico dell’inflazione (+6,1% su base annua). Pil a -2,4% congiunturale nel primo trimestre 2022. La guerra tra Russia e Ucraina è arrivata come una pugnalata sulle speranze di ripresa dell’economia e dei consumi dopo due anni di emergenza sanitaria. Presentando il numero di marzo della congiuntura Cofcommercio il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, ha sottolineato che “il quadro congiunturale è rapidamente peggiorato nelle ultime settimane. Nel momento in cui si intravedeva una possibile normalizzazione dell’economia, legata ad una fase meno emergenziale della pandemia, l’avvio della guerra innUcraina ha riacuttizzato le incertezze e il conseguente peggioramento delle prospettive inflazionistiche ha una natura per niente transitoria. Bisogna, dunque, attrezzarsi a fronteggiare una fase di forte decelerazione dell’attività economica“.  Nel confronto con febbraio 2021, l’ICC registra, comunque, una variazione positiva del 5,1%, frutto di una crescita del 27,7% per i servizi e di un calo dello 0,8% per i beni. Rispetto allo stesso mese del 2020 la domanda, nel complesso, è ancora inferiore del 10,2% e per molti servizi la distanza percentuale è ancora molto elevata, con tempi di recupero spostati al 2023. “A marzo –ha sottolineato Bellail PIL, stando alle nostre stime, ha consolidato la tendenza al rallentamento emersa nei mesi precedenti, con una riduzione dell’1,7% congiunturale. Nel confronto annuo la crescita si dovrebbe attestare all’1,3%, in brusco ridimensionamento rispetto ai periodi precedenti. Nella media del primo trimestre il PIL è stimato in calo del 2,4% congiunturale, dato che porterebbe ad una crescita su base annua del 3,3%”. Secondo Bella, “non si arresta la tendenza al rialzo dell’inflazione. Secondo le nostre stime, a marzola variazione dei prezzi al consumo dello 0,6% su febbraio dovrebbe portare ad un incremento, su base annua, del 6,1%. Se i prodotti energetici guidano la graduatoria degli aumenti, le tensioni si vanno ormai diffondendo a molti segmenti dei consumi, primo tra tutti l’alimentare“. A gennaio 2022 la produzione industriale ha mostrato un brusco ridimensionamento (-3,4%) su dicembre, confermando la tendenza al ribasso già evidenziata dalla fine dello scorso anno. Il confronto su base annua registra una contrazione del 2,2%. Nello stesso mese l’occupazione ha ribadito la tendenza alla stabilizzazione, consolidando i timori di un esaurimento della fase di recupero. I segnali di un’evoluzione più contenuta della domanda e l’accelerazione dell’inflazione hanno determinato, a febbraio 2022, un ulteriore deterioramento del sentiment degli imprenditori del commercio al dettaglio (-1,6% su gennaio). E’ utile ricordare che i dati del mese non riflettono ancora i timori innescati dall’inizio della guerra in Ucraina. A febbraio 2022 l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) segnala un incremento, su base annua, del 5,1%, confermando la tendenza ad un recupero meno accentuato. Il confronto su base annua continua a risentire delle diverse condizioni in cui hanno operato le imprese nel 2021 e nel 2022. Situazione che ha portato ad una variazione del 27,7% della domanda relativa ai servizi. Per quanto riguarda i beni il confronto, con febbraio 2021, segnala un calo dello 0,8%. In termini destagionalizzati, dopo il brusco ridimensionamento della domanda registrato a gennaio, anche a febbraio si rileva una contrazione, con un calo su base mensile dell’1,3%, tendenza che ha interessato sia i beni che i servizi. Nel confronto con febbraio 2020 la domanda calcolata nella metrica dell’ICC risulta ancora inferiore del 10,2%. Per i servizi il calo si attesta al 21,3%. Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo si stima per il mese di marzo 2022 una variazione dello 0,6% in termini congiunturali e del 6,1% su base annua. Il persistere di forti tensioni sui mercati delle materie prime (energetiche e non) continua a spingere al rialzo la dinamica dei prezzi, tendenza che, pure in ipotesi di distensione inflazionistica e geopolitica, permarrebbe almeno fino ai mesi estivi. Commentando i dati della Congiuntura, il presidente di Confcommercio ha sottolineato che “le ripercussioni della guerra in Ucraina hanno amplificato la crisi economica, che dura da due anni, e il caro energia. Frena dunque la crescita e accelera l’inflazione: uno scenario insostenibile per le nostre imprese. Serve una reazione più rapida, in raccordo con l’Unione Europea come accaduto per la pandemia, per finanziare questa nuova e più grave emergenza e per ridare altro ossigeno al sistema imprenditoriale.”

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