La guerra di Putin

Conflitto russo-ucraino, un’invasione della Bielorussia potrebbe cambiare le sorti della guerra

 

di Giuliano Longo

 

Le recenti dichiarazioni del presidente Joe Biden sul fatto che gli Stati Uniti (e di conseguenza la NATO) non intendono andare in guerra contro la Russia, ma difendere l’indipendenza dell’Ucraina, fanno in tendere, implicitamente, che fra Mosca e Washington siano stati posti dei limiti agli sviluppi del conflitto.

Le famose “linee rosse”non valicabili, ma se queste vanno intese ad evitare un conflitto nucleare (salvo incidenti), per il resto ciascuno di linee rosse ne ha di sue perché Zelensky, che come i Baltici e i polacchi non è un semplice burattino, rivendica la liberazioni di tutti i territori occupati compresa la Crimea e Putin, che non vuol vedere Zelensky nemmeno dipinto, la pensa molto diversamente.

Tuttavia ogni guerra è come una infezione strisciante che tende sempre più ad aggredire nuovi tessuti, quindi nel caso ucraino, non solo a sviluppare in modo esponenziale il “consumo”di armi sempre più micidiali e sofisticate, ma coinvolgere il maggior numero di soggetti nel conflitto. Non è un mistero che Zelensky con le sue insitenti richieste di adesione alla Nato vorrebbe coinvolgere direttamente tutto l’Occidente in questa guerra, che per altro l’Occidente sta già indirettamente conducendo. Nè è un mistero che Washington sta facendo pressioni su numerosi Paesi,  più o meno neutrali sino ad oggi, perché si schierino nettamente con l’Occidente applicandone anche le sanzioni. Quindi “a ovest niente di nuovo” se no fosse che invece qualcosa di nuovo potrebbe avvenire ad est e precisamente in Bielorussia, sempre più vicina a Mosca  che preme per approfondire il suo coinvolgimento nel conflitto. La questione è se il presidente bielorusso a vita Alexander Lukashenkopossa consentire lche le forze armate di Mosca lancino dal suo paese un assalto a Kiev che dista quasi 600 km dalla capitale bielorussa Minsk, ma poche centinaia di km dal confine bielorusso. A gennaio Russia e Bielorussia hanno iniziato manovre aeree e terrestri congiunte, che dovrebbero concludersi fra pochi giorni mentre ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha parlato al telefono con il suo omologo bielorusso, Viktor Khrenin, che avrebbero  discusso di “progressi nella preparazione” di una cooperazione militare permanente. Le truppe russe sono arrivate in Bielorussia lo scorso ottobre e in ragione di dove la Russia colloca le truppe, del loro numero e delle loro armi, potrebbero minacciare i tre stati del Mar Baltico aderenti alla NATO: Lettonia, Lituania ed Estonia. Lukashenko una volta si presentava come uno statista la cui missione era allentare le tensioni est-ovest. Nel 2014 e nel 2015 ha ospitato colloqui di pace a Minsk(con i famosi accordi mai rispettati) per porre fine ai combattimenti tra il governo ucraino e i filorussi delle aree orientali dell’ucraina sostenuti da Mosca. Ma nel  2020-21, Lukashenko ha combattuto in patria le proteste antigovernative di massa, prima contro la sua decisione di chiedere un sesto mandato presidenziale quinquennale e poi per il sospetto che le successive elezioni fossero state truccate. Allora  si è rivolto alla Russia per chiedere aiuto. Putin ha risposto con la promessa di fornire aiuto militare “se necessario” mentre Lukashenko imprigionava i manifestanti chiudendo la stampa indipendente e le organizzazioni per i diritti umani. Successivamente, su richiesta di Putin, ha permesso agli 11.000 soldati russi, già accampati in due basi militari bielorusse, di effettuare manovre militari congiunte con unità bielorusse elogiando il presidente russo un  suo “fratello maggiore”, ringraziandolo per aver “teso la mano” fornendo alla Bielorussia petrolio e gas a prezzi scontati. Aggiungendo “la Russia può farcela senza di noi, ma noi non possiamo senza la Russia”. Secondo gli osservatori militari USA  Putin vuole da Lukashenko almeno un’area di sosta per ospitare le truppe che potrebbero invadere l’Ucraina, ma probabilmente gli basterebbe una potenziale posizione di partenza più vicina per un assalto a Kiev dalla Bielorussia orientale.  Ma questa è una zona è paludosa e non contiene strutture militari adeguate dove i russi possano accamparsi, allora altre due aree potrebbero fungere da piattaforme di invasione, una nella Bielorussia centrale, fuori dalla portata dell’artiglieria ucraina, e un’altra alla frontiera con la Polonia.Ma oltre a fornire un sito per l’invasione della Bielorussia, entrambi i siti creerebbero anche una nuova realtà sgradita per la NATO: un fronte russo di fronte alla Polonia e agli Stati baltici vicino al corridoio di Suwalki, sottile striscia di territorio polacco fra l’enclave russa di Kaliningrad e la Bielorussia.

Lukashenko per parte sua ha pubblicamente posto il veto a una sola possibile attività militare russa sul territorio bielorusso: il trasferimento e l’uso di armi nucleari nel paese. In un’intervista di maggio con l’Associated Press, ha affermato che tali azioni erano “inaccettabili.

In ogni caso la sola minaccia di un dislocamento strategico dei russi sul territorio confinante,  oltre ad allarmare la NATO costringerà Zelensky a distrarre truppe e mezzi anche dai fronti più caldi premendo sull’Occidente per ulteriori forniture, aiuti e sanzioni contro Mosca. Anche la Bielorussia può rappresentare un altro gradino dell’escalation.

aggiornamento la Guerra di Putin ore 13.29

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