“Condanniamo con fermezza quanto sta accadendo in Afghanistan dove è stato reintrodotto l’obbligo di indossare il burqa in pubblico.Il corpo femminile non può e non deve essere considerato da nessun tipo di legge o tradizione come strumento di scandalo o, come in questo caso, di provocazione tale da essere annullato e con esso anche l’identità di ogni singola donna”. Lo dichiara la Presidente dell’Assemblea Capitolina Svetlana Celli sulle restrizioni ordinate dai Talebani alle donne afghane.
“Si tratta -aafferma- di un triste ritorno ad un passato oscuro dopo anni di conquiste per i diritti e la libertà delle donne. Un nuovo atto di fronte al quale non dobbiamo rimanere indifferenti. Da donna, da rappresentante delle istituzioni e da presidente dell’Assemblea Capitolina di Roma, città della tolleranza e dell’integrazione, l’appello a non restare in silenzio e ad essere tutti uniti in una battaglia di civiltà. La comunità internazionale deve mobilitarsi e alzare la voce nei confronti della decisione del governo talebano. Non possiamo più accettare che in qualsiasi parte del mondo possa essere oggi calpestata la dignità delle donne”.