No alla crisi di governo, ma il presidente del consiglio tenga conto delle richieste del Movimento 5 stelle. Sull’aumento delle spese militari fino al tetto del 2% del Pil, Giuseppe Conte tiene alta la guardia e non esclude “fibrillazioni”. “Siamo la forza di maggioranza relativa – ha detto ieri su Rai Tre – se si tratta di discutere un nuovo indirizzo faremo valere la nostra presenza. Il governo non può forzare. Spero in una prospettiva di buonsenso”. Una soluzione sarà cercata in un vertice di governo in programma per oggi, mentre il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Inca’, ha organizzato un incontro con i capigruppo della maggioranza delle commissioni Esteri e Difesa sul decreto Ucraina, sul quale l’esecutivo potrebbe porre la questione di fiducia. La richiesta di M5s punta a dilazionare nel tempo l’aumento degli investimenti per la difesa, rispettando comunque gli accordi presi con la Nato. “Di fronte all’instabilità di questo conflitto – ha spiegato l’ex-premier – non si può rispondere con una reazione emotiva e alcune spinte a un riarmo indiscriminato. Non possiamo distrarre risorse rispetto ai pilastri della sicurezza dei cittadini italiani, in questo momento di grande difficoltà economica e sociale, e investire fondi straordinari nel riarmo”.