La spaccatura è consumata e il M5S non è più il primo azionista di maggioranza del Governo Draghi . La decisione di Di Maio di andare via ha stravolto gli equilibri del Parlamento, perchè a seguirlo in questa nuova avventura politica sono stati più di 60 e il numero è destinato a crescere. Giuseppe Conte affronta la questione con i grillini che hanno scelto di restare. “Ma che succede, ragazzi? Che c’è, – spiega Conte e lo riporta il Corriere della Sera – davvero non ve l’aspettavate questa mossa di Luigi? Io l’avevo capito dalla settimana scorsa che cercava un pretesto per andarsene. Certo, un ministro degli Esteri che conta su una scissione nel giorno della risoluzione sull’Ucraina non mi sembra il massimo…”. Nella pattuglia dei sopravvissuti del Movimento, più che disperarsi perché «abbiamo perso la Farnesina», si celebra il fatto che «ci siamo liberati del peso di avere uno dei nostri alla Farnesina». Traduzione: l’ex presidente del Consiglio, – prosegue il Corriere – nel rapporto col governo del suo successore Draghi, sente da ieri di avere le mani più libere, di potersi sganciare all’occorrenza, di poter più agevolmente giocare a quel tira e molla che nell’ultimo anno e mezzo ha scandito tempi e modi della comunicazione di Matteo Salvini, che in queste ore (non a caso) punzecchia Di Maio e non lui. Con un unico vincolo, per adesso: non rompere col Pd, non superare i confini del campo largo costruito a fatica insieme a Enrico Letta e alla sinistra.
aggiornamento crisi M5S ore 10.56