Politica

Conte non fa retromarcia e ribadisce le richieste a Draghi. Governo appeso a un filo

 

È terminata, dopo una maratona durata tre giorni e diverse sospensioni, l’Assemblea congiunta dei gruppi di Camera e Senato del M5S. Nell’intervento che ha chiuso la riunione, secondo quanto è trapelato, il leader Giuseppe Conte avrebbe detto che ora la decisione non spetta al Movimento, ma al presidente del consiglio Mario Draghi, dunque ha rilanciato la posizione di almeno una parte del Movimento, di fatto provocando tensioni e la possibilità che nelle Aule di Senato e Camera, ci sia una nuova scissione, con una parte dei parlamentari che voteranno la fiducia e una parte che invece accetterà l’accelerazione dell’avvocato Conte. Questa la linea dettata al Consiglio nazionale del Movimento: “Il Paese è in una condizione davvero drammatica. Di fronte a questo, l’atteggiamento di responsabilità ci impone di chiedere al presidente Draghi che le priorità da noi indicate vengano poste nell’agenda di governo. Il premier Draghi dovrà anche risolvere un problema serio: non può sfuggire che ancora in questi giorni noi siamo insultati, siamo attaccati da forze politiche che sarebbero con noi in maggioranza. Renzi dichiara che andrà a depositare referendum contro il reddito di cittadinanza; Ipf ci calunnia tutti i giorni gravemente; Fi e Lega dicono che non vogliono assolutamente lavorare con noi. Attenzione, è un fatto serio. Draghi dovrà farsi garante, se vorrà, di un clima di rispetto e leale collaborazione nei nostri confronti”. Tutto questo, naturalmente impossibile da realizzarsi.

aggiornamento crisi di Governo ore 16.31

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