Roma Capitale

Controlli preventivi sulle misure anti-Covid, Carabinieri in campo a Roma e provincia

 

Proseguono i controlli da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma volti a verificare il rispetto delle norme per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 nel centro storico della Capitale e in provincia. I Carabinieri della Stazione Roma Madonna del Riposo hanno eseguito verifiche presso 17 attività commerciali della zona, controllando in totale 125 persone e elevando sanzioni amministrative per complessivi 3.960 euro.  I titolari di cinque di attività – due bar, una lavanderia, una pizzeria e un’autoscuola – sono stati sanzionati per non aver esposto all’ingresso dei locali un cartello riportante il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente. Il titolare e un dipendente di una lavanderia, invece, sono stati sanzionati perché sorpresi a lavorare senza indossare le mascherine. I Carabinieri della Stazione Roma Madonna del Riposo, con l’assistenza dei colleghi dei Nas di Roma, hanno multato il titolare di un alimentari-bar per l’inosservanza delle procedure volte a garantire la sicurezza igienica degli alimenti.  A Tivoli, i Carabinieri della locale Compagnia hanno eseguite le verifiche presso il capolinea dei bus in arrivo da Roma e presso le attività commerciali adiacenti, controllando in totale 178 persone , 12 delle quali sanzionate per il mancato utilizzo della prevista mascherina FFP2 e 8 per il mancato possesso del Green Pass. Sul litorale, tra i comuni di Anzio, Nettuno e Ardea, i Carabinieri della Compagnia di Anzio hanno eseguito verifiche presso 8 negozi, identificando in totale 30 persone. Sanzionando il titolare di un Patronato – Caf sorpreso a lavorare privo di Green Pass. Nel comune di Affile, i Carabinieri della Stazione di Bellegra hanno sanzionato il dipendente di un bar per non aver controllato il possesso della certificazione verde ad un cliente.  Infine, ad Artena, i Carabinieri della locale Stazione hanno sanzionato un 47enne del posto trovato in piazza della Vittoria sprovvisto di mascherina.

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Gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio, a seguito di approfondite indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno individuato e fermato 2 persone gravemente indiziate del reato di furto aggravato di diamanti del valore di 1.346.000 euro ed arrestato altre 2 per possesso di documenti falsi. Il furto, avvenuto al centro di Roma nell’agosto scorso, è il risultato di una articolata pianificazione delittuosa, portata a termine con la tecnica del “rip-deal”. La vicenda ha avuto origine a giugno, allorquando la vittima, gioielliera presso una società di Montecarlo, veniva contattata telefonicamente da un intermediario che le manifestava l’intenzione di fare da tramite nell’acquisto di gioielli per conto di clienti esteri. A questa telefonata seguivano vari incontri di affari e cene, a Sanremo e Milano, dove gli intermediari ed i compratori discutevano dell’acquisto di una partita di gioielli. Il primo tentativo di scambio soldi/gioielli, avvenuto in un albergo della Città dei fiori a fine luglio, non era andato a buon fine, ma era di fatto servito per accreditare gli acquirenti agli occhi della vittima. Gli intermediari organizzavano allora un nuovo incontro in agosto, questa volta nel centro di Roma, in un lussuoso albergo prenotato dalla vittima. Il sedicente compratore russo si presentava presso la struttura unitamente ad una donna che si qualificava come “esperta di pietre preziose”, che avrebbe avuto proprio il compito di scegliere i gioielli da acquistare. I due acquirenti mostravano interesse solo per i diamanti, accordandosi per l’acquisto di 5 pezzi per la cifra di 1.346.000 euro. Mentre il compratore russo attendeva presso il bar, esigeva dalla gioielliera di far salire la donna che l’aveva accompagnato presso la sua camera, al fine di verificare l’autenticità dei gioielli. Giunte in camera la venditrice posizionava i gioielli sul letto e la donna ne sceglieva 5 su 6, mettendo tutti i gioielli che aveva selezionato all’interno di alcuni sacchetti in velluto e successivamente li poneva nuovamente all’interno di un borsello color caramello avvolgendoli con del nastro da imballaggio, chiedendo alla gioielliera di prenderle una penna per siglare l’involucro. Cogliendo l’attimo di distrazione della vittima, la donna effettuava lo scambio dei borselli, riponendo al posto di quello contenente i gioielli veri, un altro contenente delle riproduzioni, e invitava la venditrice a riporlo all’interno della cassaforte presente in camera. Subito dopo la gioielliera scendeva con la donna nella hall e raggiungeva il compratore russo, che nel frattempo era uscito dall’albergo per andare a prendere un borsone di colore blu, contenente il corrispettivo in mazzette di banconote da 200 euro. L’uomo la invitava a trattenere la borsa come garanzia in attesa di perfezionare le operazioni di pagamento, a seguito delle quali al loro rientro avrebbero ritirato i gioielli dalla cassaforte e contato le mazzette di banconote contenute nella borsa. Mentre i due uscivano dall’albergo, la parte lesa si recava subito presso la sua stanza e dopo aver atteso invano il loro rientro, apriva il borsone che le avevano lasciato, notando al suo interno numerosissime banconote del taglio di euro 200, riportanti, però, la dicitura fac-simile su di un lato. Immediatamente si recava in cassaforte per controllare i gioielli, avvedendosi che gli autentici erano stati sostituiti con delle copie. Gli investigatori del Distretto Trevi Campo Marzio, grazie ad un’attenta analisi del materiale a loro disposizione e con il prezioso contributo del personale specializzato della Polizia Scientifica della locale Questura, identificavano 2 sospetti; una donna di origine romena di 28 anni ed un ragazzo croato 27enne. Le indagini consentivano di individuare una grossa berlina usata nel reato e, successivamente, anche una possibile abitazione in uso ai sospettati. Dopo una lunga serie di accertamenti i poliziotti perquisivano la detta abitazione della Balduina all’interno della quale, oltre alla 28enne, erano presenti altre 2 persone. Nel guardaroba venivano rinvenute le medesime scarpe ed il medesimo abito griffato, del valore di circa euro 3.000, indossati dalla donna all’interno dell’hotel durante il furto; questa circostanza, unita alla precedenti risultanze investigative, portava al fermo di indiziato di delitto della donna. In casa venivano rinvenuti numerosi orologi di valore, vari gioielli e bracciali in oro tipo “tennis”, vario materiale utilizzato per le truffe rip-deal e truffe bitcoin, numerosissimi telefoni cellulari, schede telefoniche, computer portatili, varie mazzette di banconote da euro 200 con la dicitura fac-simile (circa 350.000 euro), timbri contraffatti e documenti d’identità contraffatti in merito ai quali si procedeva all’arresto obbligatorio in flagranza di reato di un cittadino serbo di 41anni e di un italiano R.M. di anni 72. I 3 provvedimenti pre-cautelari sono stati poi convalidati dal GIP competente. Ulteriore conferma è arrivata poi dal lavoro della Squadra Investigativa del Commissariato di Sanremo, che aveva sottoposto la vittima ad individuazione fotografica, a seguito della quale la stessa riconosceva senza dubbio alcuno la donna rumena sottoposta a fermo ed il cittadino croato. 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