Covid

Covid e sicurezza nelle scuole, i numeri della Fondazione Gimbe

In occasione della presentazione dell’Osservatorio Civico sulla sicurezza promosso da Cittadinanzattiva, c’è da registrare anche l’intervento, con il suo presidente, Cartabelotta della Fondazione Gimbe: “Abbiamo ribadito – spiega il Presidente – che le evidenze scientifiche da un lato dimostrano che nelle scuole non esiste il rischio zero di contagio, dall’altro suggeriscono che è possibile minimizzarlo tramite un approccio multifattoriale combinando differenti interventi di prevenzione individuale e ambientale”. Di seguito una sintesi delle attuali criticità:
• Vaccinazione studenti. Oltre 2,42 milioni (53,1%) hanno completato il ciclo vaccinale e più di 675mila hanno effettuato la prima dose. Oltre 1,46 milioni di ragazzi (32,1%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino, con rilevanti differenze regionali (figura 20).
• Vaccinazione personale scolastico. Oltre 1,39 milioni (89,9%) hanno completato il ciclo vaccinale e poco più di 64mila sono in attesa della seconda dose; i rimanenti 90.976 (5,9%) non hanno ricevuto ancora nessuna dose di vaccino, con rilevati differenze regionali (figura 21).
• Mascherine. Un rigoroso studio dei Center for Disease Control and Prevention ha dimostrato che a scuola, in condizioni di elevata immunità, l’uso della mascherina chirurgica riduce il rischio di trasmissione del 24%, percentuale che sale al 35% in condizioni di immunità intermedia e al 50% in presenza di bassa immunità. In altri termini l’ipotesi di abbandonare le mascherine nelle classi con tutti gli studenti vaccinati non è basata su evidenze scientifiche, oltre a porre problemi di privacy sul controllo dello status vaccinale e generare il rischio di discriminazioni.
• Distanziamento. Il Protocollo d’intesa del Ministero dell’Istruzione per l’avvio in sicurezza dell’anno scolastico prevede una “distanza interpersonale di almeno un metro, sia in posizione statica che dinamica, qualora logisticamente possibile”, ovvero definisce un obbligo flessibile, derogabile in presenza di limiti strutturali.
• Screening periodico. Il Pinao di monitoraggio della circolazione di Sars.Cov 2 nelle scuole dell’Istituto Superiore di Sanità non prevede lo screening periodico e sistematico, ma solo una campagna di testing a campione che coinvolgerà circa 110mila studenti delle “scuole sentinella” primarie e secondarie di primo grado, utilizzando test molecolare su campione salivare. Un test di facile utilizzo e non invasivo, ma – come rilevato dal Report dell’European Centre for Disease Control and Prevention – con una sensibilità limitata (53-73%) e condizionata dal metodo di raccolta del campione, a seconda se effettuata da operatori sanitari o tramite auto-raccolta.
• Aerazione e ventilazione. Il Decreto Ripartizione che ha assegnato 350 milioni di euro alle scuole prevedeva l’acquisto di “strumenti per l’aerazione”, ma tale destinazione d’uso non è specificata nel DL 73/2021 che fa riferimento solo a interventi di piccola manutenzione. Di conseguenza, areazione e ventilazione sono affidate al “Protocollo finestre aperte”, la cui efficacia dipende dalla sensibilizzazione del personale scolastico e dalla ventilazione continuativa degli ambienti durante le attività scolastiche, condizionata dalle condizioni metereologiche.
• Trasporti. Ambito non incluso nel report GIMBE.
“Si parla tanto di scuola – spiega Cartabellotta – ma lo si fa in modo generico, senza considerare che i vari interventi per minimizzare la circolazione del virus non possono essere applicati indiscriminatamente in tutte le tipologie di scuole,ciascuna delle quali richiederebbe un piano di prevenzione su misura, considerando soprattutto la maggiore contagiosità della variante delta tra bambini e adolescenti. In particolare non disponiamo di vaccini autorizzati sotto i 12 anni, l’obbligo di mascherine vige solo a partire dalla scuola primaria e il distanziamento non è realisticamente applicabile nei nidi e nella scuola dell’infanzia”.

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