Economia e Lavoro

Crisi dei semiconduttori e forniture internazionali, il mercato dell’auto rischia il tracollo

La crisi dei semiconduttori e della catena di forniture internazionali frena la lenta ripresa dell’industria dell’automotive, che venderà circa 80 milioni di veicoli quest’anno rispetto ai 77 milioni del 2020, mentre l’impennata dei prezzi delle materie prime potrebbe ridurre di più del 30% i margini delle case automobilistiche. E’ quanto emerge dall’ultimo Global Automotive Outlook di Alixpartners, secondo cui il mercato tornerà ai livelli del 2019 solo nel 2025. AlixPartners ha anche condotto una survey globale sulla propensione di acquisto e i criteri di scelta dell’auto elettrica, in cui si evidenzia una più che raddoppiata propensione all’acquisto da parte dei consumatori: il 25% del campione globale dichiara che la prossima vettura acquistata sarà una elettrica pura, contro l’11% nel 2019. Gli italiani con il 38% sono i primi in Europa e secondi solo alla Cina, 50%.

Il processo di decarbonizzazione – spinto dalla regolamentazione specifica – sta procedendo anche per camion e veicoli commerciali pesanti, per i quali l’idrogeno verde e le celle a combustibile sembrano essere la soluzione migliore: nel 2030 l’idrogeno potrebbe rappresentare il secondo combustibile con una quota del 9% dopo il Diesel. Perché questo avvenga, l’industria (e non solo quella dell’automotive) dovrà vincere due sfide fondamentali: lo sviluppo delle stazioni di rifornimento, e la riduzione del costo dell’idrogeno verde. Secondo le stime di AlixPartners, la quota di produzione per elettrolisi dell’acqua del cosiddetto idrogeno verde dovrebbe raggiungere il 40% nel 2040, rispetto al 4% del 2020, con un prezzo di 4 dollari per chilogrammo, rispetto ai 9,5 dollari del 2020.

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