Roma Capitale

Dal primo reportage di guerra ai 70mila manifesti: nel cuore della Biblioteca di storia moderna e contemporanea di Roma

Sono giorni caldissimi a Roma. All’inizio di luglio la città cade sotto l’assedio delle truppe francesi, ma prima difende strenuamente quell’esperienza unica, passata alla storia come Repubblica Romana. Stefano Lecchi, pittore e protofotografo allievo e collaboratore di Daguerre, a poche ore da quel fatidico 3 luglio 1849, giorno della resa dei patriotti romani, immortala i luoghi delle rovine causate dai combattimenti. Quei fogli impressi con le vedute di Roma saranno il primo reportage fotografico di guerra mai realizzato. Firmate e datate come fossero quadri, le 41 carte salate che compongono questo straordinario primo reportage di guerra rientrano nel patrimonio della Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea. Nato nel 1880 come Sezione Risorgimento della Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele II di Roma per raccogliere le fonti per lo studio dell’Unità d’Italia, l’Istituto diviene autonomo nel 1917 e, nel 1939, si trasferisce in via Michelangelo Caetani, nel cuore del centro storico di Roma. In quella via, dove nel 1978 verrà ritrovato Aldo Moro, a pochi passi dall’epigrafe commemorativa dello statista assassinato dalle Br, ha sede la Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea, nel seicentesco Palazzo Mattei di Giove, gioiello realizzato dall’architetto Carlo Maderno e arricchito dalla collezione di antichità romane di proprietà della famiglia. Al momento il Palazzo è oggetto di importanti lavori di restauro, per la parte esterna curati dalla Soprintendenza Speciale di Roma, mentre la Biblioteca sta eseguendo altri interventi sulle sale interne, tra cui una piccola deliziosa Cappella affrescata da Gaspare Celio che Asdrubale Mattei, marchese di Giove, fece realizzare per la moglie, Costanza Gonzaga. Impalcature e restauri non fermano i servizi che la Biblioteca offre ai suoi tantissimi utenti. Studenti universitari, dottorandi, studiosi, ricercatori e professori formano il pubblico di questo luogo. “Per questo abbiamo un orario di apertura molto esteso, durante il quale forniamo i nostri servizi”, spiega all’agenzia Dire Patrizia Rusciani, direttrice della Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea. Documenti, opuscoli, fotografie, immagini, volumi, riviste, periodici e autografi compongono il patrimonio librario dell’Istituto dedicato in particolare alla storia italiana ed europea del XIX e XX secolo. “Con lo scoppio della Prima guerra mondiale il Comitato nazionale per la storia del Risorgimento, istituito nel 1906 con il compito di costituire una biblioteca dedicata, si impegnò nel reperimento di ogni sorta di testimonianza bibliografica e documentaria sulla guerra, considerata in quegli anni il coronamento del Risorgimento nazionale”, racconta Rusciani. Così, Risorgimento e Primo conflitto mondiale rappresentano i fondi costitutivi della Biblioteca di via Caetani, che oggi conta 650mila monografie, 70mila bandi e manifesti e 40mila documenti manoscritti.Tra tutti, spicca la Collezione dei circa ottomila autografi che costituiscono l’epistolario di Giuseppe Mazzini, raccolta da Ernesto Nathan, famoso sindaco di Roma nei primi anni del Novecento. Conservato in oltre cento contenitori, l’epistolario di Mazzini colpisce per la grafia minuta e ordinata, a tratti incomprensibile, del politico risorgimentale, di cui la Biblioteca conserva anche ritratti e fotografie dell’epoca. Come colpiscono le tante testimonianze della satira del tempo, pungentissima nei confronti del potere papale. E satiriche sono anche molte cartoline e un album risalenti alla Prima guerra mondiale. Di tutt’altro segno il periodico l’Eco del prigioniero, di cui la Biblioteca possiede la matrice originale manoscritta prodotta dai prigionieri italiani in Austria durante la Grande Guerra. Al fascismo e alla Seconda guerra mondiale appartengono invece molte  riviste a carattere politico e culturale, spesso marcatamente celebrative del regime,  illustrate da disegnatori di prim’ordine e grafiche all’avanguardia. Alcune sono dedicate alle Colonie, altre – in grande formato – raccontano la capacità industriale italiana. Ma sono i manifesti illustrati a catturare l’attenzione di chi attraversa gli ambienti della Biblioteca. “Abbiamo una ricca collezione di manifesti della Grande guerra e anche un’importante collezione di manifesti dell’età repubblicana, dunque dall’immediato dopoguerra ai giorni nostri”, spiega ancora la direttrice.” Così, lo sguardo viene attratto ora sui colori di un manifesto che invita a partecipare a una manifestazione femminista in occasione dell’8 marzo 1977, ora su un’immagine del Partito socialista italiano che esorta a votare per la Repubblica al referendum del 2 giugno 1946.

“Il nostro patrimonio bibliografico viene costantemente aggiornato con acquisti, doni e integrazioni dei fondi storici- dice infine Rusciani- e la Biblioteca mantiene una rete di rapporti importanti con istituzioni come Accademie, Università e Istituti di ricerca italiani e stranieri per continuare a essere un punto di riferimento per la comunità degli storici. Anche per questo, accanto ai servizi bibliotecari, presso il nostro Istituto si svolgono con continuità e intensità numerosi incontri, seminari e convegni internazionali”. Realizzato con l’agenzia di stampa DIRE, il progetto ‘Biblioteche d’Italia’ è un viaggio alla scoperta dei 46 Istituti statali italiani, scrigni di bellezza e custodi di un patrimonio documentario che ammonta a circa 40 milioni di esemplari: https://cultura.gov.it/bibliotecheditalia. Il documentario sulla Biblioteca fa parte della serie di reportage promossi dal Ministero della Cultura e disponibili sui canali social istituzionali e sul profilo Instagram @bibliotecheditalia https://www.instagram.com/tv/CeA_ShGsCwR/.

 

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