Primo piano

Intervista al Presidente di Federalberghi di Ischia e Procida, Luca D’Ambra sulle condizioni per la ripartenza della filiera turistica

 

Presidente, prima di tutto la domanda è: oggi, operiamo nuovamente in normalità?

Direi al 90% siamo tornati alla normalità, insieme, felicemente in presenza con i nostri ospiti. Ma cosa importante stiamo rimettendo a fuoco i nostri obiettivi dopo essere stati letteralmente travolti da due anni di pandemia e trovandoci di fronte oggi ad una nuova colossale difficoltà quale è il conflitto in Ucraina. Ma è certo che per ricominciare a sentirsi forti abbiamo bisogno di essere accompagnati ancora per un  po’ e supportati al massimo dai nostri governanti con ogni strumento utile.

Andiamo allora subito al dunque vogliamo dire le vostre priorità?

La diminuzione della pressione fiscale, impensabile nel 2022 continuare ad avere un socio al 50% che non restituisce servizi essenziali. Guardi, specie qui al sud non possiamo sperare di essere competitivi sul mercato senza adeguati trasporti, infrastrutture e ordinaria amministrazione. Facilitare una riduzione dei contributi anche in base alla occupazione o alla stagionalità. Al momento subiamo, a causa di scellerate politiche amministrative locali, oneri riguardanti l’IMU e la TARI che incidono troppo sul nostro fatturato. In fine, il sostegno agli investimenti con il potenziamento del credito di imposta perla riqualificazione delle strutture ricettive; nonché il contrasto all’abusivismo dilagante in tema di locazioni brevi”, gran parte dell’extra alberghiero vive in una zona grigia. Ottimo il lavoro svolto con il Tavolo Tecnico Regionale per la riclassificazione delle stelle, che si riallinea dopo decenni con gli standard europei. Lavoro che potrebbe risultare vano se le amministrazioni locali non provvederanno ai dovuti controlli per garantire la giusta concorrenza, ma direi: tutela del territorio.

Gli albergatori Campani e in particolare Ischitani e Procidani come escono dalla Pandemia e cosa attenzionano maggiormente nella loro gestione odierna?

Parliamo di aziende per lo più a gestione familiare che creano un comparto fertile. Certo questo business va coltivato costantemente. Non può essere considerato importante solo quando va bene. Perché per andare bene devono esserci condizioni di stabilità garantite. Tutti siamo investiti dai pesantissimi rincari del costo dell’energia. Ma forse vale la pena sottolineare che le nostre sono aziende energivore. Se vogliamo misurare in prospettiva gli effetti di questa situazione di grave emergenza, le impennate del caro energia, dovute anche alle conseguenze del conflitto, hanno letteralmente triplicato i costi. Aumento reale, speculativo? Sta di fatto che nonostante le misure di contenimento già adottate dal Governo, molte imprese sono a rischio chiusura dovendo affrontare un aumento della bolletta energetica per gas ed elettricità troppo oneroso. Ma i primi numeri della stagione 2022 in Campania, ci fanno sperare bene. In molte località si registrano ad oggi fatturati pre Covid, “quindi 2018, 2019”. A Ischia, Maggio e Giugno le  strutture ricettive hanno avuto numeri importanti con medie di occupazioni fino al 70%, ma cosa più interessante riscontriamo ADR e ricavi per persona, nettamente maggiori agli anni precedenti. In altre parole, possiamo avere avuto una occupazione inferiore ma abbiamo applicato più valore ai nostri servizi. Speriamo che questi risultati non vengano annullati dal “caro costi” e da una inflazione, a mio avviso, come dico da un anno ormai, ancora sottovalutata. Senza lasciarci trascinare da alcuna deriva, siamo nel bel mezzo della stagione estiva, contiamo sulla voglia degli italiani di tornare a viaggiare, voglia che abbiamo già constatato vedendo i risultati       del        movimento        turistico        interno        a       Maggio        e       Giugno. Contiamo anche sulla ripresa del turismo straniero che si profila grazie all’allentamento delle restrizioni che erano dettate dalla necessità sanitaria. Ischia ha dovuto rinunciare all’ultimo momento sul mercato Russo, seconda percentuale straniera ,ma fortunatamente nell’attesa di un ritorno di questo, altri mercati internazionali hanno colmato il gap.  Il nostro Aeroporto di Capodichino ci fa da volano, chiediamo solo di ragionare più a fondo sul trasferimento o i tempi che poi i turisti devono affrontare, una volta atterrati. Non solo per raggiugere le  Isole Partenopee con i mezzi di navigazione, ma anche la costiera Amalfitana e Sorrento. Faccio un esempio, spesso a causa di Orari di partenza o arrivo in Tarda serata o prima mattinata non possiamo garantire transfer adatti con i mezzi di trasporto marittimi perché assenti in quegli orari. Anche qui, auspicabile effettuare degli incontri periodici con la Gesac, T.O., albergatori e trasporti in genere per ottimizzare un afflusso dei turisti nell’interesse di tutti. Siamo al corrente dei disagi di gran parte degli aeroporti del nord Europa, che registrano ritardi e disservizi a causa della mancanza di personale. Fortunatamente il viaggiatore oggi e paziente, la voglia di tornare a muoversi è più forte!

Insomma un working in progress?

Si, personalmente penso che ci sia bisogno ancora di un po’ di tempo per riallinearsi all’operativitàgiusta. E mi riferisco anche alla mancanza di personale che tutto il comparto sta vivendo non solo inItalia. Prima o poi la forza lavoro tornerà ad ambire e percepire il settore dell’ospitalità come un lavoro ideale. Non dimentichiamo che stiamo parlando del lavoro più bello del mondo! Certo stride l’idea di immaginare un ragazzo di 20 anni a casa con il reddito di cittadinanza, questo dovrebbe essere stimolato a crescere con esperienze lavorative. Ma non mi sento di dare la colpa unicamente alla misura del reddito, dipende da un insieme di fattori. Il supporto sociale in questione è perfettibile e forse anche noi operatori dobbiamo cominciare a pagare meglio i nostri collaboratori. Ma il processo preclude, come dicevamo all’inizio, un costo minore del sistema Italia in termini di tassazione diretta e indiretta. Non per niente nel mondo dei fondi internazionali è risaputo quanto sia rischioso l’investimento nella “bella Italia” a causa della burocrazia e delle tasse. Dare sempre la colpa a noi imprenditori ribadendo una troppa evasione fiscale, ormai, sembra mera propaganda. Personalmente nelle nostre aziende il 90% dei clienti paga i servizi resi con la carta di credito o bonifico, quindi: tutto tracciabile.

Quindi parliamo di un comparto, quello ricettivo, che dovrebbe godere di maggior fiducia da chi amministra?

Dare aiuto al settore alberghiero vuol dire aiutare un’imprenditoria sana e diffusa, cha grazie all’indotto del mercato straniero crea un import strategico o meglio un partner strategico per tutti i. governi. Non c’è economia più sana del turismo, continuare a trattarla come la cenerentola dell’imprenditoria nazionale fa male solo al sistema. Eppure a volte mi domando se questo sia chiaro a chi si rivolge solo all’industria dei grandi numeri e della centralizzazione di produzione. Ma questa mancanza di coinvolgimento avviene a livello Nazionale come al livello locale. Infatti con Federalberghi Nazionale stiamo pressando il governo perché ci sia un chiaro obbligo di legge sul modo di reinvestire la tassa di soggiorno da parte delle amministrazioni locali, che quasi mai, concordano la spesa coinvolgendo le sigle del comparto alberghiero.

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