Politica

Di Maio: “Il reddito di cittadinanza non si può abolire” così il ministro alla Festa di Atreju con la Meloni

“Sul reddito di cittadinanza nel 2018 siamo partiti da soli. La svolta di Berlusconi  la considero significativa”. Lo dice il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, partecipando ad Atreju 2021, la festa di Fratelli d’Italia, al dibattito sul tema lavoro e occupazione in Italia. “Io ho cambiato idea tante volte – osserva il ministro – può succedere a Berlusconi come può succedere a tanti altri. Credo non si debba considerare questo cambio di idea con dietrologie (sul Quirinale, ndr). Semplicemente, ci sono una serie di questioni che con il tempo si analizzano e si fanno una serie di considerazioni, come ha fatto lui sul reddito di cittadinanza”. Di Maio aggiunge che “i correttivi sono molto importanti” ed è giusto che quello che non ha funzionato vada cambiato”.

Per il ministro degli Esteri, nonostante le pressioni crescenti di Lega, FdI e anche Italia Viva, non si può più tornare indietro sulla misura. “Io penso, anche ascoltando la proposta di Fratelli d’Italia, che nessuno sarà mai in grado di abolire il reddito di cittadinanza, al massimo gli cambieranno nome. Io posso dire, in questa fase storica, dopo questa pandemia, di fare attenzione alle tensioni sociali, perché questo è uno strumento che aiuta una fascia di popolazione che per due terzi non è abile al lavoro. Stiamo parlando di persone con enorme difficoltà, e sappiamo bene che non sono solo nel Sud ma in tutte le aree periferiche del nostro Paese. Credo che i correttivi arriveranno sempre di più – aggiunge Di Maio – ce ne saranno anche altri, sono strumenti che in tutti i Paesi d’Europa sono stati modificati continuamente. Noi eravamo rimasti l’unico Paese, assieme alla Grecia, a non avere uno strumento di lavoro come questo”.

Ospite della festa di Fratelli d’Italia a piazza Risorgimento, Di Maio esprime parole di fiducia nei confronti di Giorgia Meloni in vista dell’elezione del prossimo presidente della Repubblica: “Non credo che avremo problemi di affidabilità da parte dell’opposizione e questo non vuol dire che saremo d’accordo. Io per esempio, in questo momento, temo molto di più che nel centrodestra ci sia una profonda spaccatura sul Quirinale, soprattutto ad opera di Matteo Salvini che in questo momento non so quanto possa essere affidabile. Sicuramente io reputo più affidabile Giorgia Meloni – sottolinea l’esponente del M5S – e vedremo che cosa succederà rispetto alle decisioni che bisognerà prendere perché se il gioco è che dobbiamo eleggere un presidente della Repubblica per capire se andare a votare prima, quindi avvantaggiarsi nelle questioni interne di coalizione o di forza politica, faremmo del male al Paese“.

Di Maio aggiunge: “C’è una cosa che legherà i governi dei prossimi anni, al di là di chi ci sarà all’esecutivo. L’Italia col Pnrr si è impegnata, da qui al 2026, a raggiungere dei precisi obiettivi sull’occupazione giovanile, sull’occupazione femminile, sul tasso di mobilità, sulle infrastrutture digitali. Noi adesso abbiamo 230 miliardi di euro da spendere. Questa legislatura, se arriva a fine naturale, arriva al 2023. Poi c’è un’altra legislatura, con il Governo che ci sarà e che deve continuare a raggiungere questi obiettivi. Quindi, in qualche modo, politicamente – sottolinea – adesso siamo tutti uniti e non è che c’è da inventarsi e da tirar fuori un altro coniglio dal cilindro: noi abbiamo il più alto tasso di fondi europei da spendere tra tutti i Paesi Ue”.

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