La guerra di Putin

Di Maio: “Nessun veto alle sanzioni, ma il canale con Mosca resta aperto”

 

“Il punto fondamentale su cui bisogna lavorare è la diplomazia, sulla quale bisogna accelerare. L’Ue si deve fare promotrice di una conferenza di pace, che è l’ultimo step di avvicinamento e che passa da dei cessate il fuoco localizzati”. Lo dice il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, intervistato a ‘Radio Anch’Io’ su Radio1. “Lo Stato che sta lavorando di più all’accordo di pace è la Turchia, che per una serie di caratteristiche riesce a parlare con entrambe le parti – spiega il titolare della Farnesina – Ma anche l’Italia ha un canale aperto con la Russia oltre che averne apertissimo con l’Ucraina”.  Sulle tensioni verbali delle scorse settimane con il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, Di Maio dichiara: “Che ci siano delle parole forti quando ci chiedono di pagare il gas in rubli è chiaro, ma il canale resta aperto e continuiamo ad aver un dialogo aperto, anche per l’evacuazione degli italiani in Ucraina, c’è stato e continuerà ad esserci”. A proposito dell’ipotesi di un embargo del gas russo, il ministro degli Esteri dichiara: “Noi abbiamo detto fin dall’inizio della guerra che l’Italia non porrà nessun veto su alcun tipo di sanzioni. Se anche da altri Paesi arriverà il gas il punto fondamentale resta il prezzo, ed è per questo che noi chiediamo all’Ue un tetto massimo al prezzo del gas. Si può anche negoziare ma se il mercato lo mette ad un prezzo così alto…”. Saranno gli italiani a pagare il prezzo delle sanzioni? “Noi paghiamo il prezzo della guerra. Le sanzioni non hanno colpito la nostra economia o il nostro export, il punto fondamentale è che quando Putin ha invaso l’Ucraina – sottolinea Di Maio – le speculazioni sui costi dell’energia sono cresciute ed ora noi paghiamo il costo della guerra di Putin non delle sanzioni”. Infine, Di Maio risponde a una domanda sulle elezioni presidenziali in Francia, che vedranno al ballottaggio Emmanuel Macron e Marine Le Pen: “Da ministro degli Esteri non posso entrare nelle questioni degli altri Paesi. Faccio solo una considerazione che vale per l’Italia e la faccio mia: noi oggi possiamo scegliere due strade, quella del sovranismo, che ci isola, e quindi poi” non ci dà “il diritto di chiedere all’Ue sostegno sul prezzo del gas o un altro Recovery Fund di guerra. E poi c’è l’europeismo, che ci consente di non far deflagrare nostre strutture internazionali ma anzi di continuare a rafforzarle”. “In questo momento noi abbiamo bisogno di europeismo e non di sovranismo – prosegue Di Maio -, in questo momento stiamo chiedendo all’Unione europea di esser compatta e dobbiamo riformarne alcuni punti. Se il tetto del gas ancora non è operativo è perché c’è questo meccanismo del veto per cui un Paese può bloccare una misura ragionevole come quella chiesta dall’Italia insieme a tanti altri Stati”, conclude il ministro degli Esteri.

aggiornamento la Guerra di Putin ore 16.05

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