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Disastro della Marmolada, il bilancio delle vittime sale a 9. Restano tre i dispersi. Rischi per il recupero degli ultimi corpi

Salgono a 9 le vittime accertate del disastro sulla Marmolada del 3 luglio scorso. Due in più di quelli recuperati nelle ultime ore, di cui 4 riconosciute dai familiari (la trentina Liliana Bertoldi ed i veneti Flippo Bari, Tommaso Carollo e Paolo Dani), mentre 5 non sono ancora stati identificati. I feriti sono sette: 4 ricoverati a Trento, tre negli ospedali veneti. Con il ritrovamento odierno dei resti delle due vittime – probabilmente una delle due coppie venete che risultavano disperse – scendono a tre le persone ancora sotto la frana di ghiaccio e pietre, tutte e tre venete, una coppia ed un giovane. Delle tre vittime non ancora identificate, due, in fase di riconoscimento, dovrebbero essere della Repubblica Ceca, mentre rimane un corpo senza nome. Intanto sul posto le ricerche e i monitoraggi vanno avanti. Sono operativi e per ora non hanno registrato movimenti della parte di ghiacciaio rimasta in quota, i tre radar installati al Rifugio Marmolada dal Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento, con la supervisione del geologo Nicola Casagli: permetteranno di capire cosa sta succedendo e di fornire una maggiore sicurezza agli operatori che stanno portando avanti le operazioni di recupero. Gli strumenti posizionati sono tre radar – nello specifico un radar doppler e due radar interferometri – che danno la possibilità di misurare a distanza, in condizioni di assoluta sicurezza e con un’alta precisione, tutti i movimenti della parte alta del ghiacciaio e delle rocce circostanti. “I due radar interferometri – spiega il geologo Casagli – sono operativi già da ieri sera, hanno rilevato dati tutta la notte e non hanno registrato movimenti. Il radar doppler è operativo invece da questa mattina e ha la capacità, a differenza del radar interferometro, di vedere i movimenti rapidi e improvvisi che non hanno precursori. Per questo motivo abbiamo deciso di installare entrambe le tecnologie”. Secondo la glaciologa austriaca Andrea Fischer, intervistata dal quotidiano Dolomiten, le vittime della tragedia probabilmente potranno essere recuperate solo verso fine estate, quando le masse di ghiaccio finite a valle si saranno sciolte. Per quanto riguarda la Marmolada, l’esperta prevede ulteriori crolli nelle prossime settimane: “Vent’anni di scioglimento estremo dei ghiacciai li hanno resi vulnerabili”. Poi spiega che sono tre i fattori che hanno causato il crollo sulla Marmolada: la poca neve caduta d’inverno, le temperature elevate già in primavera e infine il caldo degli ultimi giorni “con il sole che batte sul ghiacciaio dalle 5 alle 20”. Quello sulla Marmolada comunque è “un piccolo crollo che sarebbe rimasto senza conseguenze se si fosse staccato in un altro momento”, afferma l’esperta, ribadendo che comunque non era prevedibile.

aggiornamento disastro della Marmolada ore 11.37

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