Politica

Dl Ucraina, disco verde dal Senato in un’Aula con tante assenze

L’Aula del Senato, con 214 sì, 35 no e nessun astenuto, ha approvato la fiducia posta dal governo al dl Ucraina.
Il testo, già approvato dalla Camera, prevede misure per l’accoglienza dei profughi e l’invio di equipaggiamenti militari a Kiev. la fiducia passa con un grande numero di assenti dai banchi del Senato: al voto, infatti, in definitiva, alla fine hanno partecipato solo 249 senatori su 321. Non hanno votato in 72.

Tra i senatori contrari anche Vito Petrocelli, del Movimento 5 stelle, presidente della commissione Esteri di Palazzo Madama, che aveva annunciato su Twitter il suo ‘no’: “Voterò no alla fiducia sul decreto Ucraina. È sbagliato inviare armi ad un paese coinvolto in un conflitto. Voglio rappresentare in parlamento il sentimento di tantissimi italiani, contro il pensiero unico interventista dei partiti. Ora lapidatemi pure…”.

“È molto preoccupante e molto grave che importanti cariche istituzionali del M5S abbiano votato contro il Dl Ucraina, come il Presidente della Commissione Esteri Petrocelli, o non abbiamo partecipato al voto, come il Presidente della Commissione Bilancio, Pesco”. Lo afferma il senatore Pd Andrea Marcucci. “Con l’approvazione di questo decreto il Parlamento tradisce la Costituzione italiana, sconfessando i principi contenuti negli articoli 9, 11 e 41”. Lo affermano i parlamentari di Alternativa commentando l’approvazione del dl Crisi Ucraina al Senato.
“Il Governo con l’elmetto- proseguono- sventolando la minaccia della crisi di governo, impone l’invio di armi ad un Paese belligerante, che non appartiene all’Unione europea e che non appartiene all’Alleanza atlantica. Senza troppi giri di parole, con la complicità di un Parlamento incapace di opporsi sta spedendo l’Italia dritta dritta in un conflitto bellico, in contrasto con l’articolo 11 della nostra Costituzione che recita: ‘L’Italia ripudia la guerra anche come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali’”. Come se non bastasse, aggiungono, “con le norme contenute in questo testo si calpesta la tutela dell’ambiente prevista dagli articoli 9 e 41 della Carta perché si da il via libera all’aumento della produzione delle centrali a carbone a prescindere dal livello di emergenza, in deroga alle norme nazionali sui limiti di emissione di inquinanti e alle AIA, con costi che saranno ovviamente scaricati sulle bollette”.
L’approvazione di questo decreto “immondo- concludono i parlamentari di Alternativa- è una frattura insanabile con un popolo che non vuole la guerra, non vuole essere complice di un possibile inasprimento del conflitto e non vuole pagare il conto delle scelte scellerate che Draghi e chi ha votato questa nefandezza stanno compiendo in nome degli italiani senza tenere conto della loro opinione”. “Da una parte c’è il Paese aggressore, dall’altra il Paese aggredito. Al primo inviamo soldi ogni giorno per l’acquisto del 40% di gas che ci serve. Al secondo mandiamo armi per resistere all’offensiva alimentata coi soldi che diamo alla Russia”. Lo dichiara Gianluigi Paragone, leader di Italexit.
“Se fosse coerente, il governo dovrebbe interrompere l’acquisto del gas russo: ma non può, perché in questi decenni noi, la Germania, l’Europa abbiamo fatto affari con Putin. Il governo vuole la pace? Allora l’unico modo è insistere con un tavolo di mediazione che escluda l’invio di armi, invio che la maggioranza degli italiani respinge. Un vero tavolo di trattativa che escluda la possibilità di rovesciare un Presidente che ancora gode del massimo consenso nel suo Paese. La mediazione porterà alla Pace possibile, non alla Pace assoluta, e in questa Pace possibile Putin non potrà uscire come uno sconfitto. Se non si vuole allargare la guerra in Europa, il decreto Ucraina non è la strada giusta. Non è dando armi all’Ucraina o accelerando sull’esercito comune europeo che arriveremo alla Pace possibile. Così si alimenta uno scontro che, se non si fermerà, costringerà i nostri figli a indossare un’uniforme e imbracciare quelle armi il cui traffico ingrassa il pil mondiale”, conclude Paragone. “Il voto di fiducia al decreto Ucraina conferma che l’Italia è e rimane dalla parte giusta, dalla parte del popolo ucraino aggredito e massacrato, dalla parte delle democrazie e delle libertà. Lasciamoci alle spalle le polemiche inutili che sono state sollevate, diamo accoglienza, aiuto umanitario e sosteniamo la legittima resistenza all’invasore. Destabilizzanti sono i distinguo del presidente della commissione Esteri, che sembra non vedere i tank russi alle porte della Ue”. Lo dichiara la senatrice Tatjana Rojc (Pd) dopo il voto di fiducia del Senato sul decreto Ucraina.

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