Politica

Draghi: “Da Putin un attacco alla democrazia”

Il Premier avverte: “L’Italia non si volterà dall’altra parte. Aggressione premeditata ed immotivata. Ci ricorda l’annessione dei nazisti di Austria, Cecoslovacchia e invasione della Polonia 80 anni fa”

Un attacco alla democrazia di fronte al quale l’Italia non intende girarsi dall’altra parte. Il premier Mario Draghi nell’aula del Senato condanna senza sfumature l’invasione russa in Ucraina. “L’aggressione – premeditata e immotivata – della Russia verso un Paese vicino ci riporta indietro di oltre ottant’anni, all’annessione dell’Austria, all’occupazione della Cecoslovacchia e all’invasione della Polonia. Non si tratta soltanto di un attacco a un Paese libero e sovrano, ma di un attacco ai nostri valori di libertà e democrazia e all’ordine internazionale che abbiamo costruito insieme”, dice Draghi. Il premier cita lo storico Robert Kagan. ‘La giungla della storia è tornata’. E le sue liane vogliono avvolgere il giardino di pace in cui eravamo convinti di abitare. Ora tocca a noi tutti decidere come reagire. L’Italia non intende voltarsi dall’altra parte”. 

 “Italia farà la sua parte, non si poteva solo incoraggiare”

“È necessario che il Governo democraticamente eletto sia in grado di resistere all’invasione e difendere l’indipendenza del Paese. A un popolo che si difende da un attacco militare e chiede aiuto alle nostre democrazie, non è possibile rispondere soltanto con incoraggiamenti e atti di deterrenza. Questa è la posizione italiana, dell’Unione Europea, dei nostri alleati”.  Il premier Mario Draghi delinea il perimetro dell’intervento occidentale in Ucraina, riferendo al Senato sulla crisi ucraina. Draghi ricorda: “In seguito all’intensificarsi dell’offensiva russa, abbiamo adottato una risposta sempre più dura e punitiva nei confronti di Mosca. Sul piano militare, il Comandante Supremo Alleato in Europa ha emanato l’ordine di attivazione per tutti e 5 i piani di risposta graduale che ho illustrato la settimana scorsa. Questo consente di mettere in atto direttamente la prima parte dei piani e incrementare la postura di deterrenza sul confine orientale dell’Alleanza con le forze già a disposizione”.  Draghi si riferisce al “passaggio dell’unità attualmente schierata in Lettonia, alla quale l’Italia contribuisce con 239 unità. Per quanto riguarda le forze navali, sono già in navigazione e sotto il comando NATO. Le nostre forze aeree schierate in Romania saranno raddoppiate in modo da garantire copertura continuativa, assieme agli assetti alleati. Sono in stato di pre-allerta ulteriori forze già offerte dai singoli Paesi Membri all’Alleanza: l’Italia è pronta con un primo gruppo di 1.400 militari e un secondo di 2.000 unità. Ringrazio il Ministro Guerini e tutte le forze armate per il loro impegno e la loro preparazione. Dopo il ruolo centrale che avete avuto durante la pandemia, l’Italia vi è di nuovo riconoscente”.  Draghi ricorda che “l’Italia ha risposto all’appello del Presidente Zelensky che aveva chiesto equipaggiamenti, armamenti e veicoli militari per proteggersi dall’aggressione russa. Questa convergenza è anche il frutto di un’intensissima attività diplomatica. Venerdì ho preso parte a un vertice dei Capi di Stato e di Governo della NATO in cui ho ribadito che l’Italia è pronta a fare la propria parte e a mettere a disposizione le forze necessarie. Il giorno successivo, ho avuto un colloquio telefonico con il Presidente ucraino Zelensky, al quale ho confermato il pieno sostegno dell’Italia. Gli ho anticipato la nostra intenzione di aiutare l’Ucraina a difendersi dalla Russia e gli ho ribadito il nostro convinto supporto alla posizione dell’Unione Europea sulle sanzioni. Lunedì pomeriggio, ho partecipato a una videoconferenza con i leader del G7, della Polonia, della Romania i Presidenti della Commissione Europea e del Consiglio Europeo e con il Segretario Generale della NATO”. 

“Siamo vicini ai 236mila ucraini presenti in Italia”

 “Voglio ribadire, ancora una volta, tutta la mia solidarietà, quella del Governo e degli italiani al Presidente Zelensky, al Governo ucraino e a tutte le cittadine e cittadini dell’Ucraina. Voglio inoltre esprimere vicinanza alle 236mila persone di nazionalità ucraina presenti in Italia che vivono giorni drammatici per il destino dei propri cari. L’Italia vi è riconoscente per il contributo che date ogni giorno alla vita del nostro Paese”, dice il premier Mario Draghi in aula al Senato. “Siamo al vostro fianco – nel dolore che avvertiamo di fronte alla guerra, nell’attaccamento alla pace e nella determinazione comune ad aiutare l’Ucraina a difendersi”, aggiunge.

“Ammiro il coraggio dei russi che protestano contro l’invasione”

“Mentre condanniamo la posizione di Putin, dobbiamo ricordarci che questo non è uno scontro contro la nazione e i suoi cittadini – molti dei quali non approvano le azioni del loro Governo”, prosegue Draghi. “Dall’inizio dell’invasione, sono circa 6.000 le persone arrestate per aver manifestato contro l’invasione dell’Ucraina – 2.700 solo nella giornata di domenica. Ammiro il coraggio di chi vi prende parte. Il Cremlino dovrebbe ascoltare queste voci e abbandonare i suoi piani di guerra“, aggiunge il presidente del Consiglio.

“Agli italiani presenti in Ucraina raccomandiamo la massima cautela”

Il governo raccomanda la massima cautela ai “2.300 nostri connazionali, di cui oltre 1.600 residenti” presenti in Ucraina. Il premier Mario Draghi, al Senato, ricorda che “dal 12 febbraio la Farnesina ha raccomandato agli italiani presenti nel Paese di lasciare l’Ucraina con i mezzi commerciali disponibili. A partire dal 24 febbraio, in seguito agli attacchi da parte russa, l’avviso è stato modificato. Ai connazionali ancora presenti nella capitale ucraina e dintorni abbiamo raccomandato di utilizzare i mezzi tuttora disponibili, inclusi i treni, per lasciare la città, negli orari in cui non c’è il coprifuoco. In queste ore non vige il coprifuoco, ma la situazione potrebbe cambiare in conseguenza dell’andamento delle operazioni militari. Raccomandiamo la massima cautela“. Nel suo discorso a Palazzo Madama il premier ricorda che “il personale dell’Ambasciata a Kiev si è spostato dall’Ambasciata presso la Residenza dell’Ambasciatore insieme a un gruppo di connazionali, inclusi minori e neonati. In Residenza si sono concentrate 87 persone, di cui 72 dovrebbero partire oggi. Voglio ringraziare l’Ambasciatore in Ucraina, Pier Francesco Zazo, il personale dell’Ambasciata per lo spirito di servizio, la dedizione, il coraggio mostrati in questi giorni drammatici. L’Unità di Crisi mantiene regolari contatti telefonici con i nostri connazionali in Ucraina e con i rispettivi familiari in Italia”. Draghi ringrazia “anche il Ministro Di Maio e i diplomatici della Farnesina per l’incessante lavoro a sostegno dei nostri cittadini”. 

“Il piano di Mosca sembra fallire le sanzioni sono efficaci”

 “Sinora, i piani di Mosca per un’invasione rapida e una conquista di ampie fasce del territorio ucraino in pochi giorni sembrano fallire, anche grazie all’opposizione coraggiosa dell’esercito e del popolo ucraino e all’unità dimostrata dall’Unione Europea e dai suoi alleati”, dichiara il premier.  “Le truppe russe – aggiunge – proseguono la loro avanzata per prendere possesso delle principali città. Una lunga colonna di mezzi militari è alle porte di Kiev, dove nella notte si sono registrati raid missilistici, anche a danno di quartieri residenziali, ed esplosioni. Aumentano le vittime civili di questo conflitto ora che l’attacco, dopo aver preso di mira le installazioni militari, si è spostato nei centri urbani. A fronte del rafforzamento delle misure difensive sul fianco est della NATO, il Presidente Putin ha messo in allerta le forze di deterrenza russe, incluso il dispositivo difensivo nucleare“.  Draghi sottolinea: “È un gesto grave che però dimostra quanto la resistenza degli ucraini e le sanzioni inflitte alla Russia siano efficaci. Un altro segnale preoccupante proviene dalla vicina Bielorussia, i cui cittadini domenica hanno votato a favore di alcune rilevanti modifiche della Costituzione ed eliminato lo status di Paese “denuclearizzato”. Questo potrebbe implicare la volontà di dispiegare sul proprio suolo armi nucleari provenienti da altri Paesi”.

“Pronti ad ulteriori sanzioni. Registro internazionale degli oligarchi”

 “L’Italia è pronta a ulteriori misure restrittive, ove fossero necessarie. In particolare, ho proposto di prendere ulteriori misure mirate contro gli oligarchi“. Lo ricorda il premier Mario Draghi riferendo al Senato sulla crisi ucraina. “L’ipotesi – spiega – è quella di creare un registro internazionale pubblico di quelli con un patrimonio superiore ai 10 milioni di euro. Ho poi proposto di intensificare ulteriormente la pressione sulla Banca centrale russa e di chiedere alla Banca dei Regolamenti Internazionali, che ha sede in Svizzera, di partecipare alle sanzioni”.

“Contro il ricatto di Putin del ricorso alle armi . Serve una reazione rapida ed immediata”

Il premier Mario Draghi affronta il rischio atomico nel chiedere al Senato un voto per il mandato al governo sulla crisi ucraina. Per Draghi “il disegno revanscista del Presidente Putin si rivela oggi con contorni nitidi, nelle sue parole e nei suoi atti. Nel 2014, la Russia ha annesso la Crimea con un referendum illegale, e ha incominciato a sostenere dal punto di vista finanziario e militare le forze separatiste nel Donbass. La settimana scorsa, ha riconosciuto – nel più totale sprezzo della sovranità ucraina e del diritto internazionale – le due cosiddette repubbliche di Donetsk e Lugansk. Subito dopo, in seguito a settimane di disinformazione, ha invaso l’Ucraina con il pretesto di “un’operazione militare speciale”. Le minacce di far pagare con “conseguenze mai sperimentate prima nella storia” chi osa essere d’intralcio all’invasione dell’Ucraina, e il ricatto estremo del ricorso alle armi nucleari, ci impongono una reazione rapida, ferma, unitaria“. Draghi sottolinea: “Tollerare una guerra d’aggressione nei confronti di uno Stato sovrano europeo vorrebbe dire mettere a rischio, in maniera forse irreversibile, la pace e la sicurezza in Europa. Non possiamo lasciare che questo accada”.“L’Italia è impegnata in prima linea per sostenere l’Ucraina dal punto di vista umanitario e migratorio, in stretto coordinamento con i partner europei e internazionali”, ricorda Draghi. “La situazione umanitaria nel Paese – aggiunge – è sempre più grave. L’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari ha stimato in 18 milioni il numero di persone che potrebbe necessitare di aiuti umanitari nei prossimi mesi. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) stima che gli sfollati interni potrebbero raggiungere cifre tra i 6 e i 7,5 milioni e i rifugiati fra i 3 e i 4 milioni. Sono stimate in circa 400.000 le persone che hanno lasciato l’Ucraina, in direzione principalmente dei Paesi vicini”.  Draghi ricorda che “l’Italia ha già contribuito in modo considerevole all’emergenza con un finanziamento di 110 milioni di euro a favore di Kiev come sostegno al bilancio generale dello Stato. Abbiamo stanziato un primo contributo del valore di un milione di euro al Comitato Internazionale della Croce Rossa, donato oltre 4 tonnellate di materiale sanitario, e offerto 200 tende familiari e 1.000 brandine. Abbiamo in programma l’invio di beni per l’assistenza alla popolazione, l’invio di farmaci e dispositivi sanitari e il dispiegamento di assetti sanitari da campo”.  Il premier ringrazia “la Croce Rossa Italiana, la Protezione Civile e tutti i volontari per il loro costante impegno a favore dei più deboli. L’Italia è pronta a fare di più, sia attraverso le principali organizzazioni umanitarie attive sul luogo, sia con donazioni materiali.

Draghi parla anche di emergenza Covid e dei contraccolpi economici dalla crisi Russia Ucraina

Nel Consiglio dei Ministri di ieri abbiamo stanziato 10 milioni di euro, a carico del Fondo per le emergenze nazionali, per assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina”. Il governo ha “dichiarato uno stato di emergenza umanitaria, che durerà fino al 31 dicembre e che ha esclusivamente lo scopo di assicurare il massimo aiuto dell’Italia all’Ucraina. È un impegno di solidarietà, che non avrà conseguenze per gli italiani, e che non cambia la decisione di porre fine il 31 marzo allo stato di emergenza per il Covid-19”. La guerra avrà conseguenze sul prezzo dell’energia, che dovremo affrontare con nuove misure a sostegno delle imprese e delle famiglie. È opportuno che l’Unione Europea le agevoli, per evitare contraccolpi eccessivi sulla ripresa”. “Nel lungo periodo, questa crisi ci ricorda l’importanza di avere una visione davvero strategica e di lungo periodo nella discussione sulle nuove regole di bilancio in Europa”, infatti “questa crisi, come la transizione ecologica, come la pandemia, rafforza la necessità di scrivere regole compatibili con le ambizioni che abbiamo per l’Europa”, dichiara il presidente del Consiglio. “A dicembre, insieme al presidente francese Macron, abbiamo proposto di favorire con le nuove regole gli investimenti nelle aree di maggiore importanza per il futuro dell’Europa, come la sicurezza, o la difesa dell’ambiente”, dice Draghi, e “il disegno esatto di queste regole deve essere discusso con tutti gli Stati membri”.

“Serve stoccaggio e approvvigionamento comune di gas nell’Unione Europea”

Nel quadro delle conseguenze per l’Europa della crisi ucraina rispetto alle forniture gas russo le sanzioni sono “giustificate e necessarie”. Ciò detto “è però importante muoverci nella direzione di un approccio comune per lo stoccaggio e l’approvvigionamento di gas. Farlo permetterebbe di ottenere prezzi più bassi dai Paesi produttori e assicurarci vicendevolmente in caso di shock isolati”. “La diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico è un obbiettivo da perseguire indipendentemente da quello che accadrà alle forniture di gas russo nell’immediato. Non possiamo essere così dipendenti dalle decisioni di un solo Paese. Ne va anche della nostra libertà, non solo della nostra prosperità”, dichiara il premier. Per quanto riguarda le misure per fronteggiare eventuali riduzioni o criticità sui volumi di gas russo in seguito all’aggressione all’Ucraina “le opzioni al vaglio” sono “perfettamente compatibili con i nostri obiettivi climatici”, una serie di misure “che non prevedrebbero comunque l’apertura di nuovi impianti” a carbone o a olio. Si tratta di misure che “riguardano prima di tutto l’incremento di importazioni di gas da altre fornitori, come l’Algeria o l’Azerbaijan- spiega Draghi- un maggiore utilizzo dei terminali di gas naturale liquido a disposizione, eventuali incrementi temporanei nella produzione termoelettrica a carbone o petrolio, che non prevederebbero comunque l’apertura di nuovi impianti”. Ancora, “se necessario, sarà opportuno adottare una maggiore flessibilità sui consumi di gas, in particolare nel settore industriale e quello termoelettrico”, aggiunge il presidente del Consiglio. “Voglio ringraziare il ministro Cingolani per il grande lavoro che sta svolgendo su questo tema”, dice Draghi. Nel quadro delle conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina “il governo è al lavoro per mitigare l’impatto di eventuali problemi per quanto riguarda le forniture energetiche” e “nel breve termine, anche una completa interruzione dei flussi di gas dalla Russia a partire dalla prossima settimana non dovrebbe di per sé comportare seri problemi”, dichiara il premier. “Al momento non ci sono segnali di un’interruzione delle forniture di gas”, dice Draghi, “tuttavia è importante valutare ogni evenienza, visto il rischio di ritorsioni e di un possibile ulteriore inasprimento delle sanzioni“. L’Italia importa “circa il 95% del gas che consuma e oltre il 40% proviene dalla Russia”, segnala il presidente del Consiglio, ma “l’Italia ha ancora 2,5 miliardi di metri cubi di gas negli stoccaggi e l’arrivo di temperature più miti dovrebbe comportare una significativa riduzione dei consumi da parte delle famiglie”.  Rispetto a eventuali riduzioni nelle forniture di gas russo “la nostra previsione è che saremo in grado di assorbire eventuali picchi di domanda attraverso i volumi in stoccaggio e altra capacità di importazione. Tuttavia, in assenza di forniture dalla Russia, la situazione per i prossimi inverni, ma credo anche nel prossimo futuro più immediato, rischia di essere più complicata. Il Governo ha allo studio una serie di misure per ridurre la dipendenza italiana dalla Russia”.

 

Aggiornamento guerra Russia-Ucraina ore 12.10

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