Esteri

Draghi: “La pace in questo momento in Ucraina è difficile. Mosca non la vuole”

La pace in questo momento in Ucraina è difficile e il motivo è semplice: “Mosca non vuole la pace”. Lo indica il fatto che “ha 60 chilometri di carri armati alle porte di Kiev”. E’ la fotografia netta della situazione così come descritta dal presidente del Consiglio Mario Draghi, nella replica alla Camera delle sue comunicazioni sul conflitto tra Russia e Ucraina. “Oggi questo è difficile. Per cercare la pace bisogna volere la pace e chi ha più di 60 km di carri armati e altri blindati alle porte di Kiev, non vuole la pace in questo momento”, ha detto Draghi, spiegando così la necessità di tenere una linea dura: “Non c’è alternativa al dialogo e alla diplomazia. Ma la diplomazia è fatta di dialogo ma anche di forza”. “Ma non c’è alternativa alla ricerca della pace e per questo potete contare su di me e sul governo italiano”, ha ribadito e a chi, durante il dibattito, lo ha invitato ad una iniziativa diplomatica forte, Draghi ha replicato: “Vi ringrazio per il ruolo che alcuni di voi mi vogliono attribuire in questa ricerca di pace, ma io credo che non occorra cercare un ruolo, occorre cercare la pace. Questo lo farò senza pausa e con tutta la mia volontà”. “Non è vero – ha aggiunto il premier – che ci siamo rassegnati a non perseguire la pace, non c’è nessuna rassegnazione. Potete contare su di me e sul governo italiano”. E per sostenere il popolo ucraino, “il governo farà ancora di più, farà tutto quello che è possibile. La solidarietà è una caratteristica dell’Italia, lì siamo i primi e siamo sempre stati i primi”. Draghi ha anche offerto una visione diversa di un tavolo di pace: “La pace si troverà in un ambito multilaterale. Non esiste più la pace tra due Paesi che si mettono d’accordo. Così come la risposta all’aggressione è stata multilaterale. Ed è qui che sta la nostra forza”. Tutta l’Europa si è dimostrata più forte perché più unita, anche con un po’ di sorpresa: “Questi eventi hanno reso l’Europa più unita. Ci vedevamo divisi e indifferenti, ci siamo scoperti uniti, solidali e forti”, ha rimarcato Draghi; con una stoccata: “Forti non per disegni di espansionismo europeo, quelli li lasciamo a chi ha attaccato l’Ucraina, ma forti nella difesa dei nostri valori fondamentali che sono sotto attacco. La forza dell’Ue è una forza di pace”.
Il presidente del Consiglio, in conclusione del suo intervento, ha ringraziato il Parlamento per la “compattezza nella condanna dell’orrore”. “Vi ringrazio – ha detto rivolto ai deputati – per il sostegno manifestato al popolo ucraino, al presidente Zelensky, per tutto quello che hanno fatto le forze armate, il grande sforzo della nostra diplomazia e per il governo. Di questo voglio ringraziarvi”. Draghi alla Camera ha anche chiarito un imprevisto internazionale su cui erano già sorte diverse interpretazioni: “Ieri non c’era nessuna vertice internazionale, c’era un invito a cena per una tavola rotonda con alcuni industriali europei, un evento che avviene ogni anno in Germania o Francia. Sono stato invitato nel pomeriggio da Macron molto gentilmente, non c’era nessun motivo perchè mi invitasse e ho detto non mi era possibile partecipare in presenza. Si è tentato in tutti modi di fare una connessione ma non è stato possibile, tutto qua”.

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