La guerra di Putin

Droni ucraini su aeroporti russi a centinaia di chilometri forse da Kazakistan

 

di Giuliano Longo

Martedì 6 febbraio sono proseguiti gli attacchi agli aeroporti militari russi questa l’obiettivo dell’attacco era l’aeroporto di Kursk, dove è stato dato fuoco a un serbatoio di carburante. Ieri attacchi simili sono stati effettuati contro aeroporti militari nelle regioni di Saratov e Ryazan, presumibilmente da parte di droni.

La minaccia Russia di (probabili) sfracelli sull’Ucraina è reale, ma già gli esperti si chiedono quanto sia protetta Mosca da tali attacchi, attorno alla quale, secondo i militari, è costruito un sistema di difesa aerea a più livelli.

“In primo luogo, stanno già comparendo informazioni”, spiega un esperto, “che ci permetteranno di correggere in qualche modo la versione ufficiale secondo cui i droni ucraini, o meglio, il vecchio Tu-141 Strizh sovietico, sarebbero stati lanciati dall’Ucraina, dopo di che hanno viaggiato quasi per 600 o 800 chilometri, volando verso i nostri aeroporti”, ma è invece probabile che questi veicoli aerei senza pilota siano stati portati in precedenza in Kazakistan e da lì venire lanciati.

In effetti l’aeroporto di di Engels è situato vicino a Saratov il punto più vicino del Kazakistan, a soli 150 chilometri dal confine. E’ quindi possibile che i droni siano stati lanciati da gruppi di sabotaggio e ricognizione operanti sul territorio russa o su quello adiacente del Kazakistan.

Infatti è difficile immaginare una situazione in cui i droni avrebbero potuto essere lanciati dal territorio dell’Ucraina e durante il loro volo abbiano superato tre anelli di difesa aerea.

Va anche aggiunto che in quest’area la  responsabilità non è direttamente di Mosca ma del sistema  di difesa aere della Confederazione degli Stati Indipendenti che comprende gli alleati della Russia in area ex sovietica.

Tuttavia nella stessa Engels ci sono equipaggi di missili antiaerei della difesa aerea russa che avrebbero abbattuto questo drone ucraino quasi sopra il campo d’aviazione e i frammenti sparsi potrebbero aver creato danni.

Comunque è difficile catturare in tempo un oggetto che decolla da qualche parte nelle vicinanze, a poche decine di chilometri dalla difesa aerea, specialmente se si tratta di un piccolo oggetto con due granate a bordo.

Se si trattasse invece  di droni a reazione di grandi dimensioni, vecchi in stile sovietico realizzati per missili da crociera, verrebbero  facilmente individuati e abbattuti anche all’ultimo momento, come è stato fatto ieri all’aeroporto di Engels.

Ma piccoli elicotteri che misurano dieci per venti centimetri, sono difficili da rilevare e quindi, secondo gli esperti militari, è un problema dei Servizi di Sicurezza nell’individuare le fonti logistiche di lancio compresa l’allerta delle popolazioni locali.

Tutto sommato la reazione russa che seguirà a breve ha più un valore politico che militare poiché i 12 fusi orari del territorio della Federazione Russa sono comunque permeabili a gruppi di sabotaggio.

A proposito del quale vanno ricordati gli episodi del sabotaggio del gasdotto Nord stream2 e l’attacco al ponte di Crimea, ma come diceva qualche nonna “a guera è guera” soprattutto se assistita dall’MI5 britannico o dalla Cia. Se sta danza non finisce di provocazioni e contro-provocazioni ne vedremo a bizzeffe.

aggiornamento la Guerra di Putin ore 14.04

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