Medicina

Ecco ‘Fare Salute’, uno spazio per le attività di formazione continua dei medici

Un luogo in cui discutere di assistenza sanitaria primaria. Uno spazio in cui promuovere attività di formazione continua dei medici negli ambiti della sanità pubblica, del management, dell’economia e della politica sanitaria. È con questo spirito che nasce ‘Fare Salute: sinergie multiprofessionali e multidisciplinari per l’assistenza territoriale integrata‘, evento organizzato da Altems, Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari- Facoltà di Economia dell’Università Cattolica nel Campus di Roma, e da Sumai Assoprof, Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell’Area Sanitaria.

Ospitato presso il Museo Ninfeo di Roma, l’incontro ha dedicato ampio spazio al piano di riordino dell’assistenza territoriale, previsto dal Pnrr e dettagliato dal Decreto Ministeriale 77 del 2022. I partecipanti si sono soffermati sulla Casa della Comunità, luogo fisico caratterizzato da una chiara identità logistica che agirà per obiettivi di salute, sviluppando e realizzando progettualità per la comunità e l’individuo, avvalendosi di equipe multiprofessionali e multidisciplinari, del coinvolgimento degli stakeholder comunitari e del supporto di innovative soluzioni digitali.

GLI INTERVENTI

‘Il ministro, così come il governo- ha affermato Marco Mattei, capo della segreteria tecnica del ministro della Salute- è chiamato all’attuazione di un Dm 77 che porta in sé progetti e proiezioni sul futuro dell’assetto della salute che prende le mosse da quello che abbiamo imparato durante gli anni del Covid, l’importanza di dotare il territorio di professionalità, e oggi il titolo stesso dell’incontro, la multiprofessionalità e la multidisciplinarità, ci dà come sfida quella di far lavorare insieme soggetti che oramai non possono più sottrarsi da quella che è la sinergia’.

‘La sostenibilità del potenziamento del territorio- ha aggiunto Angela Adduce, ispettore generale capo, Ispettorato generale per la spesa sociale (Igespes) del ministero dell’Economia e delle Finanze- è un’esigenza nata da tempo, è da tempo inattuata e il Pnrr dopo il Covid l’ha fatta diventare una riforma imprescindibile e urgente da realizzare, perché di fatto già nel 2020 con il Covid dilagante il governo è entrato con un decreto legge, il DL 34, che all’articolo 1 aveva come oggetto proprio il potenziamento dell’assistenza territoriale. Con la Legge di Bilancio per il 2022 sono state aggiunte risorse finalizzate proprio al potenziamento del territorio. La casa della comunità non è soltanto un qualcosa di sanitario ma è definita come punto unico di accesso ai servizi sanitari e sociali’. “Penso che il DM 77 non sia stato ancora accettato- ha spiegato il direttore generale di Agenas, Domenico Mantoan– questa è la sensazione che ho. Oggi, nei Pronto soccorso romani ci sono, leggo sui giornali, 1.000 persone in barella che stanno lì quattro, cinque giorni. La Francia e la Germania hanno il triplo dei nostri posti letto. O torniamo indietro e ammettiamo di aver sbagliato tutto, perché noi i posti letto li avevamo e li abbiamo chiusi, oppure andiamo a vedere cosa hanno fatto altri Paesi che hanno riorganizzato l’assistenza territoriale. Dobbiamo riaprire i posti letto, dobbiamo riaprire gli ospedali, dobbiamo triplicare i Pronti Soccorsi’. ‘In questi tre anni- ha ricordato il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei farmacisti (Fofi), Andrea Mandelli- noi abbiamo fatto la nostra parte, l’abbiamo fatta in maniera egregia. Penso sia stato un crescendo di attività che il farmacista è stato chiamato a interpretare sempre con grande umiltà ma anche con grande capacità di essere risolvente. Quando dalla sera alla mattina abbiamo messo le ricette on line non c’è stato un cittadino che non abbia avuto quella prestazione esistente ed essenziale. Siamo riusciti a trasformare quel messaggino di whattsap in una prestazione sanitaria pagata dallo Stato. Inoltre, se il farmacista non avesse fatto milioni di Green pass, l’Italia si sarebbe fermata’.

Durante i lavori ha preso poi la parola Pietro Giurdanella. E lo ha fatto per lanciare un allarme ben preciso. ‘Avremo sempre più persone con problematiche di tipo croniche- ha informato il componente del Comitato centrale Fnopi e presidente dell’Opi di Bologna- che poi si associano a problematiche anche di reddito, anche di tipo sociale e familiare e che apre la strada alle grandi fragilità. Tutto questo necessita un cambio dei modelli organizzativi: per come abbiamo conosciuto oggi i modelli ospedalieri, non reggono l’onda d’urto dei bisogni di cittadini che hanno fragilità, che hanno cronicità. Il Pronto Soccorso non è il setting adeguato per rispondere a bisogni di salute dei cittadini che con il DM 77 devono avere una risposta in prossimità, la casa come primo luogo di cura’. Nel dibattito si è poi inserito il componente del Comitato di presidenza di Farmindustria,Francesco De Santis. ‘Sappiamo- ha reso noto- che da qui al 2050 avremo cinque milioni di over 65 in più, avremo cinque milioni di lavoratori in meno e avremo tre milioni in più di 80enni. Tutte queste fasce di popolazione richiederanno assistenza sanitaria, cure che sono due, tre volte superiori alla media che il cittadino che riceve durante la sua vita. Se non altro la farmaceutica spenderà nel mondo 1,6 trilioni di dollari in ricerca e sviluppo nei prossimi dieci anni’.

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