Economia e Lavoro

Economia dell’Eurozona, ritorno ai livelli pre-crisi nel primo trimestre 2022. Ecco le previsioni della Bce

La Bce è ottimista sulla ripresa economica dell’Eurozona e prevede un ritorno ai livelli pre-crisi nel primo trimestre 2022. Tuttavia la banca centrale, nel suo bollettino mensile, teme i contraccolpi negativi legati alla variante Delta, specie nei servizi e per quanto riguarda l’aumento dell’inflazione rassicura i mercati: sarà temporaneo e, in ogni caso, i prezzi non supereranno il target del 2%. In ogni modo, sull’aumento dei tassi, la banca centrale assicura che non agirà in questo senso finché l’inflazione non sarà tornata coerente con un livello “del 2% nel medio periodo”. “L’economia dell’area dell’euro – viene scritto sul consueto Bollettino – ha registrato un recupero nel secondo trimestre e, con l’allentamento delle restrizioni, procede verso una forte crescita nel terzo trimestre”. Tuttavia l’istituto avverte: “Sebbene la riapertura di ampi settori dell’economia stia sostenendo un forte recupero dei servizi, la variante Delta del coronavirus potrebbe smorzare la ripresa di questi ultimi, soprattutto nel comparto del turismo e dell’ospitalità”. Inoltre per la Bce un altro rischio è quello delle “strozzature dal lato dell’offerta” le quali rischiano di frenare “la produzione nel breve termine”. Più in generale “si prevede che l’attivita’ economica torni al livello pre-crisi nel primo trimestre del prossimo anno, ma c’è ancora molta strada da fare prima che i danni economici causati dalla pandemia siano ripianati”. A questo proposito la banca centrale rileva che “il numero dei beneficiari di misure di integrazione salariale è in calo, ma resta elevato. Nel complesso, si registrano ancora 3,3 milioni di occupati in meno rispetto al periodo antecedente la pandemia, soprattutto fra i più giovani e i lavoratori meno qualificati”. Per questo occorre proseguire sulla strada di una “politica di bilancio ambiziosa e coordinata” che “dovrebbe continuare ad affiancare la politica monetaria nel rafforzare la fiducia e nel favorire la spesa”. Inoltre per la Bce “al programma Next Generation EU inoltre è affidato un ruolo fondamentale, nella misura in cui dovrebbe contribuire a una ripresa più vigorosa e uniforme in tutta l’area dell’euro”. Per quanto riguarda l’inflazione la Bce ribadisce che i prezzi aumenteranno nel medio periodo ma i rialzi saranno temporanei e l’inflazione resterà sotto il target del 2%. “Dovrà trascorrere ancora un po’ di tempo – si legge nel rapporto – prima che le ripercussioni della pandemia sull’inflazione vengano meno. Con la ripresa dell’economia, sostenuta dalle misure di politica monetaria, l’inflazione dovrebbe aumentare nel medio periodo, pur mantenendosi al di sotto dell’obiettivo fissato dalla Bce. E più in generale “nonostante il loro incremento, le misure delle aspettative di inflazione a più lungo termine rimangono a una certa distanza dall’obiettivo del 2%”. In ogni modo, fedele al nuovo obiettivo di inflazione simmetrico del 2%, la Bce ribadisce che non alzera’ i tassi “finché non vedrà l’inflazione tornare coerente “nel medio periodo” con il target prefissato “simmetrico” al 2%. In tale prospettiva, spiega la Bce, ciò “potrebbe anche comportare un periodo transitorio in cui l’inflazione si colloca su un livello moderatamente superiore all’obiettivo”.

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