Esteri

Fazio porta il volto e le parole del Papa nella case degli italiani. Storica intervista a Che tempo che fa

Nella crisi dei migranti “ci sono immagini dei lager dei trafficanti, uso questa parola sul serio, i lager dei trafficanti“. I migranti “per arrivare al mare soffrono tanto” e “poi soffrono per attraversare il Mediterraneo, e poi alcune volte sono respinti”, perché “qualcuno che ha responsabilità locale dice ‘qui non vengono’”. Ci sono “navi che girano cercando un porto” e “muoiono sul mare”, ecco “questo succede oggi”. Ma “una cosa è vera, ogni paese deve dire quanti migranti può accogliere, questa è una cosa che va fatta bene”, e “poi c’è l’Unione europea” e sull’accoglienza “si fa l’equilibrio ma si fa in comunione, ma ci vuole giustizia” perché i migranti “oggi vengono in Italia e Spagna, i paesi più vicini, non li ricevono altrove”. Sono le parole di Papa Francesco ospite a ‘Che tempo che fa’ su Rai 3, durante una lunga intervista rilasciata a Fabio Fazio. Il migrante “va accolto, perché è in difficoltà, poi va accompagnato, poi promosso e integrato nella società, questo è molto importante” e “ci sono paesi che con il calo demografico che vivono hanno bisogno di gente, penso a Spagna e Italia, e un migrante integrato aiuta quel paese”, ha proseguito il Pontefice.

“Dobbiamo pensare in maniera intelligente a una politica migratoria, una politica continentale- l’auspicio del Papa, perché- che il Mediterraneo sia il cimitero più grande d’Europa ci deve far pensare”, e “questo è realismo puro”. La condizione dei migranti, e i conflitti sono “un segnale della cultura dell’indifferenza”, perché “c’è un problema di categorizzazione, ci sono categorie, primo e secondo posto. Al primo posto mi spiace dirlo sono le guerre, la gente è al secondo posto. Pensate allo Yemen, quanto tempo è che soffre la guerra e quanto si parla dei bambini dello Yemen, sette anni, se non dieci”. Però si tratta di “categorie basse, immigrati, bambini poveri, chi non ha da mangiare” e “questi non contano. C’è chi cerca di aiutarli ma nell’immaginario universale al primo posto c’è la guerra, vendere le armi”, ha spiegato il Papa. “Pensate che con un anno senza fare armi si potrebbe dare alimentazione e educazione a tutto il mondo, ma si pensa alle guerre, e le guerre producono bambini che muoiono nel freddo, o pensiamo a Alan Kurdi nella spiaggia (il bambino siriano di tre anni, di etnia curda, nato a Kobane, morto per annegamento nel 2015 in Turchia, ndr) e a tanti che non conosciamo, ma loro sono in secondo piano”. “Non voglio fare il tragico ma è la verità- ha proseguito il Pontefice-, oggi è più importante la guerra ideologica, di potere, commerciale, per andare avanti e tante fabbriche di armi”, ma “la guerra è un controsenso della creazione”, e “nella Bibbia, è curioso, Dio crea l’uomo la, donna, gli fa possedere la terra e poi subito dopo arriva una guerra tra fratelli, poi una guerra culturale con la torre di Babele. Subito vengono le guerre, è come un controsenso nella creazione e per questo la guerra e sempre distruzione. Lavorare la terra, curare i figli, costruire la società è costruire, fare la guerra è distruggere. una meccanica di distruzione, per avere più potere”.  “Quello che si fa con i migranti è criminale”. Il migrante “va sempre accolto, accompagnato, promosso e integrato” ma noi “con i media guardiamo tutto, è una tragedia, poi non guardiamo più”, ma “non basta vedere e necessario sentire, toccare”, ha spiegato il Pontefice. “Non basta vedere e necessario sentire, toccare- ha sottolineato, perché- toccare ci porta all’eroicità, e “penso ai medici e agli infermieri, che hanno toccato il male e sono rimasti lì con i malati”. “La capacità di essere perdonati è un diritto umano, tutti noi abbiamo diritto se ci danno il perdono”, ma “noi abbiamo dimenticato che chiede di essere perdonato ne ha il diritto”, e allora “se hai qualche debito con la società arrangiati per pagarlo ma con il perdono”, ha dichiarato il Papa. “Il clericalismo è un male della Chiesa, il clericalismo genera rigidità e sotto ogni tipo di rigidità c’è putredine, sempre, questo succede oggi nella Chiesa. Il clericalismo porta a posizioni rigide, ideologicamente rigide e l’ideologia prende il posto del Vangelo“. Questo accade “su atteggiamenti pastorali che sono vecchi”, ma “senza carne di Cristo non c’è Chiesa possibile” perché “il Verbo si è fatto carne”, ha spiegato il Papap.  “Oggi il più grande male della Chiesa è la mondanità spirituale, una chiesa mondana. Questa mondanità spirituale fa crescere il clericalismo, che è una brutta cosa, una perversione della Chiesa”, ha aggiunto. “I papi di prima erano santi, io non me la cavo, non sono tanto santo, per questo ho bisogno dei rapporti umani”, e “per questo non sono andato negli appartamenti vaticani”, e “l’amicizia mi fa forza, e ne ho bisogno, non ne ho tanti amici, sono pochi, ma sono veri”, ha proseguito. “Se uno vede tanta gente che soffre, persone che sopportano difficoltà familiari, economiche, padri di famiglia che vedono che il salario non arriva a fine mese, con la pandemia purtroppo. Non sarei onesto se dicessi che sopporto, sopporto come tutta la gente sopporta, e poi non sono solo, c’è tutta la Chiesa attorno a me, donne e uomini bravi”, ma “non sono un campione che sopporta il peso, sopporto “È una storia triste ma di tutti i giorni, impiegate che devono pagare col proprio corpo la stabilità lavorativa, perché il loro capo le guarda dall’alto in basso per dominarle, è un esempio, ma di tutti i giorni”, ha dichiarato il Pontefice.  “I pescatori di San Benedetto del Tronto, che sono venuti da me, hanno trovato tonnellate di plastica, poi sono tornati due anni dopo e mi hanno detto che ce n’era il doppio, ma si sono organizzati per ripulire prendendo ogni rifiuto, perché sentono che il mare è cosa loro e sono in sintonia con la terra, e l’hanno curata. Buttare la plastica in mare è criminale, uccide la biodiversità, uccide la terra, uccide tutto”, ha dichiarato Papa Francesco parlando dell’emergenza climatica. Prendersi cura del Creato è un’educazione che dobbiamo fare”, ha aggiunto, “pensiamo all’Amazzonia, a cosa sta succedendo, sappiamo cosa significa una politica di deforestazione? Significa meno ossigeno, significa cambiamento climatico, significa morte della biodiversità, significa uccidere la Madre Terra. Significa non avere quel rapporto che hanno i popoli aborigeni, i popoli originari della Terra, che loro chiamano il buon vivere, che non è la buona vita ma il vivere in armonia con la terra”. “Perché soffrono i bambini, ho fede e cerco di amare Dio, il Padre, ma perché soffrono i bambini? E non c’è risposta”. Ma “lui è forte, Dio, nell’amore, ma l’odio è nelle mani di un altro”, ha dichiarato. “Nel rapporto di Dio col Figlio potremmo vedere cosa è nel cuore di Dio quando accadono queste cose”, ha detto il Papa e “con il male non si parla, dialogare con il male è pericoloso”, prosegue, “anche io mi sono trovato nella condizione di dialogare con il male, ed è brutto. Gesù non ha mai dialogato con il male, ha citato due volte la Bibbia, non ci ha parlato”, e “questo vale per tutte le tentazioni”.

Related posts

Crisi Russia-Ucraina, la grande fuga degli Ambasciatori

Redazione Ore 12

  Stati Uniti, per la prima volta nella storia il debito nazionale raggiunge i 34mila miliardi di dollari

Redazione Ore 12

La crisi argentina sul filo del rasoio E la Cina allunga le mani sul Paese

Redazione Ore 12