Imprese e Sindacato

Fipe-Confcommercio al Governo: “E’ necessario tornare a lavorare”

“Va consentito al settore di contribuire ad una vita più sana del Paese”. È un appello accorato quello lanciato da Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici esercizi, con una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio, Mario Draghi.  La principale associazione di rappresentanza delle imprese della ristorazione e dell’intrattenimento, messe in ginocchio da 160 giorni di chiusure forzate solo nel 2020, si è rivolta questa settimana direttamente al Premier per chiedere un cambio di passo e una prospettiva certa e ravvicinata di riapertura. Alle 22mila imprese già scomparse, con 243mila posti di lavoro persi, sono infatti destinati a sommarsi i danni prodotti dall’ennesima festività, quella pasquale, senza ristoranti. Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Fipe, la zona rossa a Pasqua provocherà un danno da 350 milioni di euro, mentre lo stop di Pasquetta causerà un ulteriore danno da 230 milioni.  Di fronte a questi numeri, FIPE ha sottolineato come ristori, indennizzi, moratorie, sostegno alla liquidità, ammortizzatori sociali e sgravi fiscali in misura adeguata e in modalità urgente risultano dunque necessari per l’economia del Paese. Però non sono sufficienti per ripartire: ecco perché la Federazione torna a chiedere al Premier, nonostante l’annuncio di oggi per cui fino a fine aprile le regioni resteranno rosse o arancioni, la possibilità di rimanere aperti, anche in considerazione del parere del CTS, distinguendo le attività che possono garantire maggiore sicurezza e il necessario distanziamento grazie alla disponibilità di spazi. Perché non consentire, seppur con protocolli di sicurezza rafforzati, il servizio serale nelle regioni in area gialla e il servizio fino alle 18.00 nelle regioni in area arancione?  La domanda rimane aperta. FIPE si augura che la risposta arrivi celermente a tutela degli imprenditori del settore, nel rispetto della loro storia e del contributo che possono ancora dare a questo Paese.

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