La guerra di Putin

Gas russo, Cingolani: “Le riduzioni sono marginali”. Contrario Bernabè: “Problema serio”

“Ci toccano marginalmente le riduzioni nelle forniture di gas russo. Noi ogni giorno prendiamo circa 30 milioni di metri cubi di gas dalla Russia, quindi il taglio annunciato equivale a 10 milioni di metri cubi. Noi ogni giorno dobbiamo acquistare fino a 100 milioni di metri cubi, una quantità che verrà ricompensata con altre fonti che sono state trovate negli scorsi mesi. La situazione è sotto controllo”. Così il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, ospite a ‘The Breakfast Club’ su Radio Capital, spiegando che “il pericolo non è la situazione internazionale ma nazionale. Metà di questo nuovo gas è liquido quindi va rigassificato. La cosa cruciale è che i rigassificatori devono essere installati puntualmente, se non abbiamo la capacità di rigassificarlo non possiamo usarlo”. “Se la situazione rimane questa – osserva il ministro – non ci saranno misure draconiane. Poi è un periodo di crisi, quindi possiamo fare conto su un po’ di economia di scala, come un grado in meno di temperatura. Se abbassassimo di un grado la temperatura in casa il problema sarebbe molto piccolo per i cittadini ma questo ci porterebbe a un risparmio enorme in termini di gas”.

BERNABÈ: STOP ILLUSIONI, SU GAS RUSSIA HA COLTELLO DAL MANICO

“La politica deve dire le cose come stanno, non deve illudere la gente: il problema del gas russo è serissimo perché la Russia ha il coltello dalla parte del manico. L’Europa ha costruito una filiera industriale molto basata sul gas. Bisogna dire che il problema del gas non si può risolvere in tempi brevissimi”. Così Franco Bernabè, presidente di Acciaierie d’Italia, a Genova al Forum Ambrosetti. “I prezzi dell’energia sono insostenibili per l’industria- aggiunge- il gas è aumentato di 20 volte e ci sono intere filiere industriali che dipendono dal gas, che non sono in grado di reggere un aumento del genere. A questi livelli di prezzo, l’industria non sopravvive”. Per Bernabè, “il ministro Cingolani sta lavorando molto, l’Italia è messa un po’ meglio della Germania: il fallimento di Uniper, che è come l’Eni, è un segnale d’allarme gravissimo”.

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