Affidando alle singole Regioni la gestione della sanità “si aumentano solo le diseguaglianze. Sono convinto che la sanità, specie durante una grave pandemia, non possa essere gestita a livello regionale, deve tornare sotto il controllo statale. Serve un passo avanti, che in realtà è un passo indietro. Altrimenti succede che si vaccinano gli avvocati e i professori universitari prima degli over 80 e dei malati cronici: un non senso assoluto”. Lo dice il fondatore di Emergency Gino Strada, in un’intervista a La Stampa. Secondo Strada in particolare sulla Lombardia “siamo di fronte a un caso mondiale di inefficienza, una situazione incredibile: responsabili di un settore che si lamentano perché il loro settore non funziona. Quello che è successo a Cremona è assurdo”. Sulla campagna di vaccinazione in Italia, prosegue, “mi sembra che chi arriva le spari più grosse del predecessore e che gli obiettivi fissati nel breve periodo siano poco realistici”, mentre a livello internazionale per Strada “è chiaro” che se non vacciniamo i Paesi poveri non vinceremo il virus, “perché favoriremo l’insorgenza e la diffusione di nuove varianti che potrebbero rendere inutili i nostri vaccini. Nei Paesi ricchi ormai vacciniamo una persona al secondo, in quelli poveri sono ancora lì che aspettano e, di questo passo, ci vorranno due o tre anni. È un fatto epocale, non solo perché è una gravissima discriminazione, ma perché è dannoso dal punto di vista sanitario”. Medici e infermieri “se non si proteggono, non devono poter esercitare”, conclude il fondatore di Emergency: “Noi siamo pronti a dare una mano per cercare di accelerare la campagna: è inaccettabile che gli anziani ottantenni in Calabria aspettino ancora il vaccino, mentre in altre Regioni sono quasi tutti già protetti”.