Esteri

Giulio Regeni vittima delle rivalità nei Servizi egiziani. Le carte francesi

Giulio Regeni (nella foto l’ultima sua immagine prima del suo assassinio) sarebbe rimasto vittima “della rivalità” tra gli apparati dell’intelligence del Cairo. L’indiscrezione che rilancia l’ipotesi del coinvolgimento dei servizi segretidietro le torture e l’uccisione del ricercatore friulano in Egitto spunta dagli Egypt Papers, una serie di documenti riservati pubblicati in un’inchiesta dal sito investigativo francese Disclose. “L’affaire Regeni è stato un abuso, interpretato da alcuni come il risultato di una rivalità tra il Mid, il dipartimento di Intelligence militare, e la National security”, ha anticipato la Repubblica citando un “cablo” dell’ambasciata di Francia al Cairo parte dell’inchiesta. Le indagini della procura di Roma hanno accertato che Giulio era spiato dalla National Security, il servizio segreto civile egiziano. La prima è che la Francia fin da subito dava per certa la responsabilità della sicurezza nazionale nella sorte di Regeni. Intanto è stata fissata al 10 gennaio l’udienza preliminare davanti al giudice Roberto Ranazzi del tribunale di Roma per l’omicidio di Giulio Regeni. Dopo l’annullamento, il 14 ottobre scorso, del rinvio a giudizio da parte della III corte d’assise della Capitale, per la mancata notifica agli imputati, i quattro 007 egiziani. Con questo passaggio inizia il percorso che potrebbe portare ad un nuovo processo.   Quelli che secondo la Procura hanno sequestrato, torturato e ucciso il giovane ricercatore universitario di origine friulana sono due uomini del dipartimento di sicurezza del Cairo, Tariq Sabir e Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e due agenti della National security agency, il servizio segreto interno egiziano, Uhsam Helmi e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. Il processo è tornato in udienza preliminare perché – si ricorda – non vi è prova che gli imputati sono a conoscenza del processo aperto in Italia ed a loro carico. Il giudice Ranazzi dovrà, insomma, indicare agli inquirenti la strada da percorrere per notificare gli atti e rispettare la norma di procedura penale in tal senso. Sharif, in particolare, avrebbe – secondo l’originaria imputazione – “con crudeltà, cagionava a Regeni lesioni che gli avrebbero comportato l’idebolimento e la perdita permanente di più organi, seviziandolo, con acute sofferenze fisiche, in più occasioni e a distanza di più giorni”.

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