Politica

Giustizia, l‘affondo di Nordio su intercettazioni, Pm ed obbligatorietà dell’azione penale

 

“Proporremo una profonda revisione” della disciplina delle intercettazioni e “vigileremo in modo rigoroso su ogni diffusione che sia arbitraria e impropria”. Lo ha annunciato al Senato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, secondo cui le intercettazioni attraverso la “diffusione selezionata e pilotata” sono diventate “strumento micidiale di delegittimazione personale e spesso politica”. “Non ha senso che il pm appartenga al medesimo ordine del giudice perche svolge un ruolo diverso”. “L’obbligatorietà dell’azione penale si è tradotta in un intollerabile arbitrio”. Il Pm “può trovare spunti per indagare nei confronti di tutti senza rispondere a nessuno”, ha detto il ministro.  La riforma del Codice penale per adeguarlo al dettato costituzionale, e una completa attuazione del Codice Vassalli, con una “riforma garantista e liberale” da realizzare anche con una “revisione della Costituzione”. Sono gli impegni annunciati dal ministro Carlo Nordio in Commissione Giustizia al Senato. Nordio ha indicato i fronti su cui intervenire:la presunzione di innocenza che “continua a essere vulnerata in molti modi”, l’ “uso eccessivo e strumentale delle intercettazioni”, l’azione penale che è “diventata arbitraria e capricciosa”, la custodia cautelare usata come strumento di pressione investigativa”. Nordio aveva parlato anche di altro nei suoi ultimi interventi come il Mose, il sistema di dighe mobili finalizzato alla difesa della città di Venezia e della sua laguna, “è stato il più grande fenomeno di corruzione” in Italia: ha ‘mangiato’ risorse pubbliche “per un miliardo di euro”.  Sono stato per 40 anni pubblico ministero alla Procura della Repubblica di Venezia, tra il ’92-’94 ho condotto l’indagine sulla cosiddetta ‘Tangentopoli Veneta’ che ha contemplato e perseguito decine di episodi di corruzione. Venticinque anni dopo ho concluso la mia carriera, ‘ratione etatis’ (per motivi di d’età, ndr.), con il Mose, coordinando l’inchiesta sul Mose che è stato il più grande il più grande episodio di corruzione nazionale. Abbiamo fatto i calcoli che le risorse, che sono state in parte sprecate e in parte devolute alla corruzione, hanno sfiorato il miliardo di euro, una cifra più che colossale. Nel frattempo -conclude Nordio – in questi 25 anni erano state elaborate varie leggi anti-corruzione e sono state inasprite le pene. Non è servito assolutamente a nulla, la conclusione che io ho maturato è che sia inutile cercare di intimidire il potenziale corrotto, non verrà mai intimidito dal numero delle leggi e dall’asprezza delle pene perchè sarà sempre convinto di farla franca”.

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