“Più si va avanti, più sarà impossibile per Mosca ritirare le truppe dalle aree già conquistate. So di essere brutale, ma è la realtà dei fatti. La prima cosa da fare dovrebbe essere il ritorno a uno status di neutralità dell’Ucraina”. Lo dice al Corriere della Sera il politologo russo Aleksej Gromyko (nella foto), nipote di Andrej Gromyko (ministro degli Esteri dell’Urss dal 1957 al 1985), direttore dell’Istituto europeo dell’Accademia delle scienze russa. “Nel 2020 la Russia ha proposto una moratoria sulla dislocazione dei missili di media e corta gittata in Europa, sulla base di un documento preparato da questo istituto. Alla Nato nessuno ci diede ascolto – prosegue – Il modo in cui l’Occidente ha gestito fin dall’inizio la vicenda ucraina rappresenta una profonda delusione, anche a livello personale. Questa militarizzazione della diplomazia è desolante, per tutti. Quanto a me, non mi reputo certo un dissidente. Sono solo un cittadino russo che desidera la fine di questa tragedia”. Sull’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato dice che “la destabilizzazione in Europa è destinata ad aumentare, con la nascita di nuovi focolai locali di tensione”. “Non si può stabilizzare un conflitto militare come quello in Ucraina facendo ricorso a una destabilizzazione militare ancora maggiore – sostiene – C’è un tempo per ogni cosa”.
Aggiornamento la Guerra di Putin ore 12.14