Economia e Lavoro

 Il FMI modifica le previsioni per l’economia russa da un meno 2,3% a un più 0,3%

 

Gli esperti del Fondo Monetario Internazionale (FMI) hanno aumentato le aspettative per l’economia russa, passando da un calo del 2,3% a un aumento dello 0,3%.nel 2023 Questa previsione è addirittura superiore  alle aspettative delle autorità russe, che prevedono un calo del PIL, mentre il fondo prevede una crescita dell’economia russa del 2,1% per 2024. Il FMI, prima dell’inizio del conflitto armato russo-ucraino, prevedeva una crescita del PIL russo del 2,1% nel 2023. Dopo l’invasione aveva previsto un calo del 2,3%, peggiorandolo successivamente  fino a un calo del 3,5% tornano al livello del 2,3% nell’autunno dello scorso anno.

Segnaliamo le altre previsioni del FMI:

 

  • Sarà difficile per l’Unione Europea ricostituire le riserve di gas il prossimo inverno a causa delle ridotte forniture dalla Russia, soprattutto in condizioni di freddo e forte domanda in Cina;
  • il prezzo del petrolio nel 2023 scenderà del 16%, a 81 dollari al barile;
  • l’inflazione globale rallenterà dall’8,8% nel 2022 al 6,6% nel 2023 e al 4,3% nel 2024;
  • Il PIL degli Stati Uniti nel 2023 aumenterà dell’1,4%, migliore della previsione precedente di 0,4 punti percentuali;
  • La crescita del PIL cinese nel 2023 sarà del 5,2%, ovvero 0,8 punti percentuali in più rispetto alla previsione precedente;
  • la crescita economica nell’area dell’euro sarà dello 0,7% nel 2023 (+0,2 p.p.).

Inoltre, l’FMI non prevede un impatto significativo del prezzo massimo del petrolio russo sul volume delle esportazioni russe. “Con l’attuale massimale del prezzo del petrolio del G7, non si prevede alcun impatto significativo sulle esportazioni di petrolio russo con un ulteriore riorientamento delle forniture russe dai paesi che hanno aderito alle sanzioni a paesi che non le hanno imposte”, afferma il documento. Il Fondo aveva precedentemente avvertito che l’economia globale è sull’orlo della frammentazione geoeconomica. I principali rischi di de-globalizzazione secondo l’FMI sono associati alle restrizioni al commercio di materie prime e beni ad alta tecnologia, inoltre  un arresto completo di tali flussi tra paesi “ostili” può portare a una perdita fino all’1,5% del PIL globale.

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