Politica

Il Graffio – Dopo il petrodollaro il petrorublo ?

di Fabrizio Pezzani*

 

La terribile ed angosciante guerra sul campo viene affiancata da una guerra finanziaria avviata con le sanzioni  ed il ricorso al sistema Swift per congelare la finanza russa che ora risponde con la richiesta di ottenere in rubli i pagamenti della sua energia , gas e petrolio, un miliardo di dollari al giorno . Si presenta il petrorublo accanto al petrodollaro nella guerra monetaria ?

Per capire la valenza di questa operazione funzionale a sostenere il rublo ma anche in modo incisivo  ad un processo di dedollarizzazione unitamente alla Cina  è utile ricordare la nascita del petrodollaro e del sistema Swift.

Il petrodollaro nasce nel 1973 unitamente allo Swift per sostenere il dollaro la cui stampa nel 1971 viene staccata dal sottostante oro creando un sistema monetario infinito basato sul dollaro ed a rischio di tempeste inflattive.

Il sistema fino ad allora in vigore era il “ gold exchange standard “ che legava la stampa di carta – moneta ad una determinata quantità di oro ( 36 dollari ogni oncia di oro ) definito negli accordi del 1944 a Bretton Wood per evitare tempeste monetarie . Fino al 1971 il sistema ha dato stabilità monetaria negli scambi internazionali , il dollaro valeva 630/4 lire , l’inflazione era bassa , il 4 % , così come il debito sul pil , 33%. Ma la guerra del Vietnam ed i disordini interni hanno obbligato gli Usa a stampare carta-moneta senza avere l’oro necessario per mantenere l’equilibrio così nel 1971 Nixon dichiarò unilateralmente la fine di quel sistema dando l’avvio alla rivoluzione finanziaria sempre meno controllata che ci avrebbe investito come uno tsunami.

L’immediato effetto fu l’innalzamento dell’inflazione per i volumi di carta-moneta stampata senza sottostante così per non fare la fine della Germania di Weimar del 1923 stroncata dall’inflazione era necessario creare fittiziamente la crescente domanda di dollari stampati senza sottostante. Gli arabi vengono convinti a farsi pagare il petrolio solo in dollari in cambio di protezione e si crea il petrodollaro saldato dal sistema Swift che vincola il sistema di scambi internazionali al dollaro . Il dollaro diventa la moneta globale di riferimento e le altre monete sono costrette a deprezzarsi ed ad accettare un ruolo ancillare.

L’evoluzione dei sistemi economici ha cambiato le condizioni che consentivano al dollaro un uso quasi esclusivo nelle transazioni finanziarie unitamente ma in misura ridotta anche per l’euro. L’evoluzione geopolitica ha rafforzato altre economie , la Cina per prima , che hanno progressivamente condiviso un progetto di dedollarizzazione per potere usare in alternativa le loro valute . Gli accordi sul tavolo riguardano lo scambio in valuta locale del petrolio tra Iran , Stati Arabi e la Cina che potrebbe pagare le forniture in yuan così come l’India con la Russia che possono regolare i loro scambi nelle loro valute . Va sottolineata , come già scritto su queste colonne ,la rincorsa all’oro di Cina e Russia per ritornare a dare un sottostante in oro alle loro valute , la Cina ha già emesso dei “ futures “ legati all’oro. La Cina e la Russia hanno già ridotto dal 90 % al 40 % gli scambi in dollari.

L’avvio di un sistema di pagamento legato a valute alternative al dollaro ne abbatte la domanda che serve a sostenere quella valuta e rischia di avviare un processo inflattivo , come si vede ora , unitamente ad una sua possibile svalutazione , l’oncia di oro vale più di 2000 dollari . Gli Usa , in questo modo rischiano di avere una minore domanda di dollari a fronte di un’offerta di dollari senza limiti ed è evidente che , qualora il processo di dedollarizzazione venga ulteriormente avviato il dollaro dovrà fare i conti con una sua crescente debolezza per la logica che determina l’equilibrio tra domanda ed offerta di moneta.

Come sosteneva Carl von Clausevitz la politica diventa guerra drammatica sul campo e monetaria nei mercati finanziari , le due guerre procedono sullo stesso piano creando uno disordine non solo nei principi di tutela della persone con la guerra sul campo ma anche con lo squilibrio nelle economie globali .

 

*Professore ordinario di Economia Aziendale, Università Bocconi. Docente senior dell’Area Public Management & Policy della Sda Bocconi. Ha insegnato presso l’Università di Parma e Trento. E’ stato visiting professor alla Harvard Business School e alla Harvard School of Public Health.
Membro della Commissione sul riordino dei sistemi di controllo presso il Dipartimento della Funzione Pubblica. Membro dell’Accademia Italiana di Economia Aziendale e della Società Italiana di Storia della Ragioneria. Membro del Comitato scientifico nazionale di Legautonomie. Membro del Comitato scientifico dell’European Centre for Public Affairs, Bruxelles.Membro del Consiglio Generale della Fondazione Cari-Parma. 

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