Economia e Lavoro

Il Graffio -Ricchezza e povertà mai così lontane

di Fabrizio Pezzani *

 

 

Oggi ci troviamo di fronte ad una forma di disuguaglianza che non ha precedenti nella storia dell’uomo ; è una disuguaglianza che stride contro le tante dichiarazioni sui diritti universali dell’uomo che sono rimasti solo un sogno frutto di un ‘utopia dimenticata ed ignorata dalla storia .  Il secolo passato ed anche quello di cui stiamo festeggiando in modo amaro il nuovo anno ci mettono davanti al crollo dei valori di società e dei valori morali travolti dalla rivoluzione finanziaria che ha contribuito a cancellare il settimo comandamento il “ Non rubare “ . L’attacco della finanza e del suo modello socioculturale di liberismo finanziario privo di controllo ci ha portato verso il caos arrivando a dominare la classe politica che proprio ora in occasione dell’elezione presidenziale si trova priva di idee e di uomini dando evidenza al suo fallimento .  La disuguaglianza globale è devastante se pensiamo che i 400 americani più ricchi , sono considerati tali quelli con un patrimonio da 2,8 mld di dollari almeno, hanno accresciuto di 4500 mld / $ nei due anni di pandemia la loro ricchezza . I giochi e la manipolazione della finanza hanno fatto della Tesla un gioco di moltiplicazioni finanziarie non realistiche ma infinite e del suo proprietario l’uomo più ricco della storia dell’uomo . Questi uomini controllano il 3,5 % della ricchezza globale mentre la parte più povera del pianeta , 3,7 miliardi di persone, non controllano nemmeno il 2 % con persone che vivono con meno di 1,9 dollari al giorno ; siamo di fronte ad una drammatica anomalia che sta uccidendo il mondo occidentale . E’ paradossale che sui giornali si legga spesso di questo piccolo numero di supericchi a fronte di una povertà straziante , è più facile leggere le graduatorie della ricchezza che dei drammi sociali e morali che stanno facendo esplodere il nostro mondo e la nostra società. La logica del mercato innalzato colpevolmente a verità incontrovertibile ha cancellato la nostra storia di Welfare , di aiuto sociale distruggendo il senso ed il ruolo della comunità . La cultura antica del Welfare che ha sostenuto l’Europa negli anni bui ha in parte limitato i drammi della disuguaglianza e in occasione della pandemia la sanità pubblica quasi inesistente in altri paesi ha consentito di ridurre il dramma della pandemia ed a ravvivare i sentimenti di solidarietà sconosciuti in altre realtà più lontane da noi nonostante la crescente decristianizzazione dell’Europa   .

Ci siamo dimenticati o voluti dimenticare della regola storica che solo una

buona ed equa società può garantire una reale crescita economica , il dopoguerra ha mostrato la realtà di una società unita producendo una rivoluzione industriale che dal nulla che avevamo nel dopoguerra ci ha portato in soli 40 anni tra i paesi più evoluti ed industrializzati del mondo.

La disuguaglianza è una pessima condizione per l’economia perché al suo aumentare l’economia si declassa come conferma il Fondo Monetario Internazionale “ i periodi più lunghi di crescita sono associati decisamente a maggiore uguaglianza   nella distribuzione del reddito “ e quando il bene comune prevale su quello individuale .

E’ necessario definire delle priorità ed oggi invece di pensare alla disuguaglianza si gioca al caleidoscopio della politica diventata ottusa ed incapace di una visione di respiro ed a lungo tempo ma viene travolta da una problematica che anziché governarla la fa prigioniera di sé stessa in una totale confusione  dimentica della disuguaglianza e del bene comune a favore del meschino interesse personale. E’ giunta l’ora di alzare la testa per evitare di essere travolti dal caos e finire , come dice la leggendo , di finire tutti come i lemming lanciati nel dirupo . Non possiamo dare la colpa delle nostre incompetenze né alla natura né ad un Dio ostile ma dipende da noi e solo noi possiamo rialzare la testa per riportare il sentimento nel dramma terreno.

 

 

* Fabrizio PEZZANI- Professore ordinario di Economia Aziendale, Università BOCCONI- Milano. Docente senior dell’ Area Public Management & Policy della SDA Bocconi. Ha insegnato presso l’ Università  di Parma e Trento. È stato visiting professore alla Harvard Business School e alla Harvard School of Public Helth

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