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In arrivo un nuovo Dpcm che regolerà il Green Pass sia nel pubblico che nel privato

Green pass obbligatorio sul lavoro, la deadline scatterà tra quattro giorni, quando i lavoratori, per recarsi in ufficio o in fabbrica, dovranno necessariamente mostrare il certificato verde. Per prepararsi alla data del 15 ottobre – che dopo gli scontri di sabato a Roma e l’assalto alla sede nazionale della Cgil ha assunto un valore ormai anche simbolico. Il premier Mario Draghi, firmerà in queste ore le linee guida messe a punto dal ministero della Pubblica amministrazione per il rientro degli statali e un Dpcm ad hoc. Obiettivo dettagliare il rientro al lavoro con passaporto vaccinale, entrando nel merito dei controlli che mai come ora non possono essere lasciati al caso. Al Dpcm, in particolare, il compito di tracciare il percorso dei software e delle applicazioni necessari per la verifica del green pass ai tornelli. Il provvedimento sarebbe stato messo a punto con il supporto dei tecnici della Sogei. Il Dpcm conterrà le indicazioni generali sulle modalità dei controlli per i possessori del Green pass, sia nei settori del lavoro della pubblica amministrazione che nel privato, anche eventualmente con l’ausilio di una app. Ad essere recepite nel documento potrebbero essere linee guida già concordate con le Regioni. Le indicazioni, così come succederà per la P.a., potrebbero prevedere controlli giornalieri e preferibilmente all’accesso in azienda, a campione (in misura non inferiore al 20% e con un criterio di rotazione) o a tappeto, con o senza l’ausilio di sistemi automatici. Dal governo resta la fermezza su quanto già stabilito: i tempi di validità del passaporto verde a chi esegue i tamponi non cambiano e restano di 48 ore con test rapido e 72 con molecolare. Dunque nessuna modifica delle regole e quindi ai non vaccinati (esenti con certificato esclusi) toccherà adeguarsi.
I nodi, spiegano soprattutto i rappresentanti delle piccole imprese, sono ancora parecchi. Molte difficoltà potrebbero spuntate nei cantieri o ditte in appalto, visto che chi è privo di pass potrebbe bloccare l’andamento di una determinata catena di lavori. Resta aperta la questione dei lavoratori stranieri, in particolare dell’Est, vaccinati con Sputnik, un siero non riconosciuto dall’Ema. Su quest’ultimo aspetto ci sono più ipotesi allo studio, una di queste e’ di effettuare una ulteriore dose addizionale con un vaccino a mRna in chi è vaccinato con vaccini non riconosciuti dall’Ema. C’è poi chi pensa di installare tornelli mentre altri lamentano l’aggravio di spese determinato dai necessari controlli.
“Ogni giorno le nostre imprese dovranno adempiere all’obbligo di controlli sulla validita’ del green pass del lavoratore mentre sarebbe più semplice almeno contemplare la possibilità di una comunicazione volontaria, da parte del lavoratore, della data di scadenza della validità del proprio Green pass”, afferma Giovanni Bozzini, presidente di Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa della Lombardia. I dubbi della Cna riguardano in particolare quelle “categorie di lavoratori quali trasportatori, impiantisti, venditori, operatori del settore delle imprese di pulizie, persone che per esempio non si recano tutti i giorni presso la sede aziendale, ma che raggiungono direttamente la clientela”.
Possibili novità, chiarisce il sottosegretario Andrea Costa, potrebbero arrivare soltanto nel 2022. “Sarà possibile rivedere ed eventualmente ridurre l’attuale applicazione del Green pass con l’inizio del nuovo anno se i dati dell’epidemia continueranno a mostrare un trend di miglioramento, ma – precisa Costa – una valutazione più precisa sara’ fatta a dicembre in concomitanza con la scadenza dello stato di emergenza”.
aggiornamento Green Pass del 12 ottobre 2021 ore 15.10

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